ia Lucis
CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI
DIRETTORIO SU PIETÀ POPOLARE E LITURGIA
PRINCIPI E ORIENTAMENTI
Città del
Vaticano 2002
La «Via Lucis»
In tempi recenti, in varie regioni, si è venuto diffondendo un pio esercizio
denominato Via Lucis. In esso, a guisa di quanto avviene nella Via Crucis, i
fedeli, percorrendo un cammino, considerano le varie apparizioni in cui Gesù –
dalla Risurrezione all’Ascensione, in prospettiva della Parusia – manifestò la
sua gloria ai discepoli in attesa dello Spirito promesso (cf. Gv 14, 26; 16,
13-15; Lc 24, 49), ne confortò la fede, portò a compimento gli insegnamenti sul
Regno, definì ulteriormente la struttura sacramentale e gerarchica della Chiesa.
Attraverso il pio esercizio della Via Lucis, i fedeli ricordano l’evento
centrale della fede – la Risurrezione di Cristo – e la loro condizione di
discepoli che nel Battesimo, sacramento pasquale, sono passati dalle tenebre del
peccato alla luce della grazia (cf. Col 1, 13; Ef 5, 8).
Per secoli la Via
Crucis ha mediato la partecipazione dei fedeli al primo momento dell’evento
pasquale – la Passione – e ha contribuito a fissarne i contenuti nella coscienza
del popolo. Analogamente, nel nostro tempo, la Via Lucis, a condizione che si
svolga con fedeltà al testo evangelico, può mediare efficacemente la
comprensione vitale dei fedeli del secondo momento della Pasqua del Signore, la
Risurrezione.
La Via Lucis può divenire altresì un’ottima pedagogia della
fede, perché, come si dice, «per crucem ad lucem». Infatti con la metafora del
cammino, la Via Lucis conduce dalla constatazione della realtà del dolore, che
nel disegno di Dio non costituisce l’approdo della vita, alla speranza del
raggiungimento della vera meta dell’uomo: la liberazione, la gioia, la pace, che
sono valori essenzialmente pasquali.
La Via Lucis, infine, in una società che
spesso reca l’impronta della “cultura della morte”, con le sue espressioni di
angoscia e di annientamento, è uno stimolo per instaurare una “cultura della
vita”, una cultura cioè aperta alle attese della speranza e alle certezze della
fede.
Cos'è la Via Lucis
E'
mettersi in cammino con il risorto. E' un modo nuovo di esprimere la gioia
pasquale nel terzo millennio.
Cristo è il centro della vita del mondo e il
mistero pasquale è il centro della vita di Cristo. E' strutturato nelle due fasi
della morte-risurrezione. La mediazione popolare del primo atto è la Via crucis,
il secondo è la Via Lucis.
Fu dopo il Vaticano II, che si riscoprì la
necessità della mediazione popolare anche del secondo aspetto: la Via Lucis. E,
oggi più che mai, c'è bisogno che il popolo senta suo questo itinerario.
La
Pasqua non deve essere più solo una festa di calendario, ma uno stile di vita.
La Via Lucis si presenta simmetrica alla Via crucis: quattordici stazioni, passo
biblico corrispondente, che vanno da sepolcro vuoto, primo segno della Pasqua,
alla Pentecoste, suo frutto primordiale. E come la Via crucis è stata progettata
provvidamente con l'accompagnamento di Maria, l'Addolorata col Figlio
appassionato, così lungo la Via Lucis la Madre di Gesù continua a restarci
accanto, lei, la Rallegrata col Figlio risuscitato.
Già la Chiesa ha formulato da secoli l'antifona
"Regina coeli laetare alleluia" e di recente ha composto testi di celebrazione
eucaristica in onore di "Maria lieta nella Risurrezione". Del resto la veneranda
tradizione del rosario di Maria prevede la terza parte dedicata tutta ai misteri
gloriosi. Non sono essi il condensato della Via Lucis, che comprende anche lo
sviluppo naturale che va dalla Pasqua del figlio a quella dei figli?
La
Madonna della Pasqua ci guidi lungo le quattordici stazioni delle Via Lucis che
inaugura il terzo millennio. E che chiede di farsi quotidiano di speranza.
INIZIO
Canto
P. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
T. Amen.
P. La vita è un cammino incessante. In questo cammino noi non siamo soli. Il
Risorto ha promesso: "Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo"
(Mt 28,20). La vita deve essere un cammino di continua risurrezione. Siamo qui
riuniti, fratelli e sorelle, per prendere coscienza della nostra vita come
itinerario pasquale con il Risorto che illumina i nostri passi. Disse un giorno
uno scriba al Maestro: "Io ti seguirò dovunque andrai" (Mt 8,19). Dovunque: sul
Calvario, lungo la Via Lucis. Riscopriremo la risurrezione come fonte della
pace, come energetico della gioia, come stimolo alla novità della storia. La
sentiremo proclamata nel testo biblico, commentata nell'esperienza spirituale,
ampliata nell'attualizzazione al nostro oggi. Che è l'"oggi" di Dio.
(Pausa di meditazione)
T. Rallegrati, Madre della luce:
Gesù, sole di giustizia,
vincendo le tenebre del sepolcro
illumina tutto l'universo.
Alleluia.
P. Preghiamo.
Effondi
su di noi, o Padre, il tuo Spirito di luce, perché possiamo penetrare il mistero
della Pasqua del tuo Unigenito, che segna il vero destino dell'uomo. Che non è
la fine di tutto, ma è la novità di tutto. Perché l'ultima parola è tua, o
Padre, che porti noi figli dalla morte alla vita. Donaci lo Spirito del Risorto
e rendici capaci di amare. Così saremo testimoni della sua Pasqua.
T.
Amen.
Prima stazione
Gesù risorge da morte
P. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua
Pasqua hai dato vita al mondo.
L. Dal vangelo secondo Matteo (Mt
28,1-7)
Passato il sabato, all'alba del primo della settimana, Maria di
Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un
gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la
pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo
vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie
tremarono tramortite. Ma l'angelo disse alle donne: "Non abbiate paura, voi! So
che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. E' risorto, come aveva detto: venite
a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E'
risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve
l'ho detto".
G1. Dopo il sabato, la festa. Dopo l'attesa nel buio,
la luce. Dal seno della notte esplode l'aurora; l'unica fra tante, la prima di
tutte, l'alba della Pasqua, l'inizio di un giorno che non avrà mai tramonto.
Inaugura l'uomo nuovo: ieri crocifisso, oggi risuscitato per vivere senza fine.
Il terremoto, il candore come di neve, la luce come sul Tabor, sono segni della
manifestazione di Dio. Egli tutto ribalta come la pietra del sepolcro: "Ecco io
faccio nuove tutte le cose" (Ap 21,5). Dio è novità, è "bellezza sempre antica e
sempre nuova", è giovane eterno, ci vuole giovani per sempre. Nel battesimo ci
ha dato il germe della giovinezza. Siamo portatori di novità. Le donne, fedeli
al Maestro, hanno in mano i vasetti degli aromi per i morti. L'angelo annuncia
una novità per la vita: "Non abbiate paura". Da sempre l'uomo aspettava questa
notizia: la morte è morta. E' scoppiata la vita.
G2. L'uomo di oggi
rischia ancora di correre verso sepolcri a imbalsamare la vita. Il piangere è
più comodo che il progettare. E' urgente farsi rievangelizzare da questa novità
portata dall'alba di questo giorno senza fine. La "nuova evangelizzazione" per
gli uomini d'oggi ha come centro la Pasqua: In un mondo altamente
informatizzato, rischiamo di rimanere soffocati dalle comunicazioni. Questa
notizia pasquale può rimanere sommersa. Bisogna porla al centro del cuore
dell'uomo e di tutto il sistema della sua vita. Essa dà sapore a ogni conquista.
A che servirebbe la più bella notizia, se non ci fosse questa buona notizia che
la morte non ha l'ultima parola?
T. Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è risorto, Alleluia.
P. Gesù risorto, il mondo ha bisogno di
essere rievangelizzato. La nuova evangelizzazione placa il cuore frastornato da
tanti messaggi. Fa' risuonare l'annuncio sempre nuovo. E rendi le donne
messaggere entusiaste della radice della vita nuova: la tua Pasqua. Opera il
trapianto: testa nuova, cuore nuovo, vita nuova. Fa' che pensiamo come pensi tu,
fa' che amiamo come ami tu, fa' che progettiamo come progetti tu, fa' che
serviamo come servi tu.
T. Amen.
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Seconda stazione
I discepoli trovano il sepolcro vuoto
P. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato la vita al mondo.
L. Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1-9)
[Nel giorno dopo il
sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora
buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò
da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro:
"Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!"].
Uscì [allora] Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al
sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce
di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma
non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel
sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul
capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò
anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
[Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva
risuscitare dai morti].
G1. Quanta concitazione attorno a una tomba.
Maria di Màgdala, vista la
pietra ribaltata, corre in città. Pietro e Giovanni accorrono al sepolcro dove
era stato deposto il corpo in fretta, per l'imminente festa del Parasceve
(Gv 19,42). Uno spettacolo inusuale in un sepolcro fresco: bende per
terra e sudario da un canto. Le persone si agitano attorno alla tomba e cercano
di capire. Il nuovo incute timore. Giovanni comincia a credere all'onnipotenza
di Dio. Dio può, Dio vuole, Dio fa. Può, perché onnipotente. Vuole, perché
padre. Fa, perché fedele.
G2. L'uomo d'oggi è angosciato dalla
morte e perciò la rimuove: ma la scienza, la tecnica e il progresso spostano
solo i paletti, e la morte resta immortale.
Il sepolcro ingoia le speranze
dell'uomo anche dopo essere approdato sulla luna. Infelice sarebbe la storia se
quella tomba di Gerusalemme avesse continuato a trattenere il Giusto sepolto;
sarebbe stata la vittoria del male e non del bene, della tenebra e non della
luce, del nulla e non dell'essere. Questo assurdo conficcato nella storia
renderebbe assurda tutta la storia, gli innocenti che soffrono, gli oppressi
sepolti nei sotterranei del tempo. Se l'uomo smarrisce questa chiave di casa,
imbocca il sentiero dell'assurdo.
T. Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è risorto. Alleluia.
P.
Solo tu, Gesù risorto, ci riporti alla gioia della vita. Solo tu ci fai vedere
una tomba svuotatasi dall'interno. Facci convinti della nostra potenza impotente
davanti alla morte quando è senza di Te. Facci fidare totalmente della
onnipotenza dell'amore, che vince la morte.
T. Amen.
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Terza stazione
Il risorto si manifesta alla Maddalena
P. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
L. Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 20,11-18)
Maria [di Màgdala]
invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si
chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla
parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato deposto il corpo di Gesù. Ed
essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il
mio Signore e non so dove lo hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e
vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù:
"Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del
giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto
ed io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Essa, allora, voltatasi verso
di lui, gli disse in ebraico: "Rabbuni!", che significa: Maestro! [Gesù le
disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai
miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio
vostro". Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il
Signore" e anche ciò che le aveva detto.]
G1. Giovanni e Pietro, tornati a Gerusalemme, attendono qualcosa di nuovo.
Maria di Màgdala invece resta lì: attraverso il velo delle lacrime, osserva la
tomba. Agli angeli che la interrogano espone il motivo del suo pianto: "Lo hanno
portato via". E' come paralizzata dal dolore. Gesù ancora in incognito la chiama
per nome: "Maria". Il cuore della Maddalena si infiamma, il volto si illumina di
gioia, lo spirito si accende: è lui che pronunciato il suo nome con
quell'accento unico, con quella carica tutta sua. Maria, chiamata per nome,
risponde con quell'altro nome carico di affetto e di rispetto immenso:
"Maestro".
G2. Il mondo d'oggi ha ancora tanto da imparare. La donna, non ritenuta
adatta a sentire la Scrittura, impedita giuridicamente a testimoniare, viene
scelta come prima testimone della resurrezione. La storia comincia a girare in
un altro senso. Il Risorto affida a un donna un compito: annunciare agli
annunciatori la bella notizia, gridare che la vita è viva; la strada sbarrata da
secoli a più di metà del genere umano, le donne, viene finalmente aperta. Con la
ricchezza della sua femminilità, la donna diventa nella Chiesa la depositaria
della gioia e della vita. E' la nuova Eva per la nuova èra del Duemila.
T. Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è risorto. Alleluia.
P. Gesù risorto, tu mi chiami perché mi ami. Nel mio spazio quotidiano
posso riconoscerti come di riconobbe la Maddalena. Tu mi dici: "Va' e annuncia
ai miei fratelli". Aiutami ad andare per le strade del mondo, nella mia
famiglia, nella scuola, nell'ufficio, nella fabbrica, nei tanti ambiti del tempo
libero, per assolvere alla grande consegna che è l'annuncio della vita.
T. Amen.
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Quarta stazione
Il risorto sulla strada di Emmaus
P. Ti
adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
L. Dal vangelo secondo Luca (Lc 24,13-19.25-27)
In quello stesso
giorno due [discepoli] erano in cammino per un villaggio distante circa sette
miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era
accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò
e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli
disse loro: "Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il
cammino?". Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli
disse: "Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è
accaduto in questi giorni?". Domandò: "Che cosa?". Gli risposero: "Tutto ciò che
riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a
Dio e a tutto il popolo" (...). Ed egli disse loro: "Stolti e tardi di cuore nel
credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste
sofferenze per entrare nella sua gloria?". E cominciando da Mosè e da tutti i
profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
G1. "Io sono la strada" aveva detto Gesù. Egli, Egli, strada di Dio
all'uomo, incrocia i viottoli oscuri dell'umanità lacerata dentro e sfilacciata
fuori. L'emblema di questo incrocio tra i passi luminosi di Cristo e quelli
vacillanti dell'uomo l'abbiamo sulla strada che va verso Emmaus, nel mattino del
giorno della risurrezione. Il risorto, strada di Dio verso l'uomo, comincia a
diventare la strada dell'uomo verso Dio. Era il giorno della luce, e i discepoli
rimanevano ciechi. Era il giorno della gioia, e i discepoli rimanevano tristi.
Era il giorno della Pasqua, e i discepoli rimanevano come morti. Dio tallona
l'uomo sulle sue strade perché l'uomo è la sua premura. Gesù è Dio in incognito
a Emmaus, e diventa nostro compagno di viaggio. Non rompe i vetri delle nostre
finestre, ma bussa, attende, entra, ascolta, interroga. Poi, con paziente
pedagogia, spiega, cioè, si spiega.
G2. Gli uomini del nostro tempo carichi di mezzi e di agi sono schiacciati
da pesi di tristezza. Tuttavia c'è una grande differenza tra il motivo della
tristezza dei due di Emmaus e quello dei suoi discepoli di oggi. I due erano
tristi perché egli era morto; noi rimaniamo tristi, pur sapendolo vivo.
Rimaniamo come paralizzati davanti a tutti gli avvenimenti. Non abbiamo fatto
centro sull'essenziale. Dio ci insegue sulle nostre strade, ci prende, ci
riprende, ci sorprende, ci comprende, e noi manchiamo di fiducia in lui. Con i
due discepoli, Gesù fece finta di dover continuare il viaggio. Le finte di Dio
risultano stimoli per l'uomo. Il silenzio di Dio si esprime anche con il
prendere una strada diversa da quella che stavamo seguendo con lui, con il
suscitare sentimenti di contrarietà, di disagio, di disappunto
T. Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è risorto. Alleluia.
P. Resta con noi, Gesù risorto: si fa sera. Ti daremo una casa. Ti daremo
un piatto. Ti daremo calore. Ti daremo amore. Resta con noi, Signore: la sera
del dubbio e dell'ansia preme sul cuore di ogni uomo. Resta con noi, Signore: e
noi saremo in compagnia con te, e questo ci basta. Resta con noi, Signore,
perché si fa sera. E facci testimoni della tua Pasqua.
T. Amen
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Quinta stazione
Lo riconobbero allo spezzare del pane
P. Ti adoriamo, Gesù Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la
tua Pasqua ai dato vita al mondo.
L. Dal vangelo secondo Luca (Lc 24,28-35)
Quando furono vicini
al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.
Ma essi [i due discepoli] insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il
giorno già volge al declino". Egli entrò per rimanere con loro: Quando fu a
tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.
Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro
vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto
mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?". E
partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti
gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: "Davvero il Signore
è risorto ed è apparso a Simone".
Essi poi riferirono ciò che era accaduto
lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
G1. Il Signore entra nella locanda. Su pressante invito dei due, si mette
a tavola per la prima volta dopo la risurrezione. E' la prima cena del Gesù
terrestre, è l'assaggio dell'eterna cena del Regno. Il destino dell'uomo è la
cena, cioè la comunione con Dio e con i figli di Dio. I due discepoli, preparati
dal Maestro lungo la strada mediante la lettura della Scrittura, aprono gli
occhi nella frazione del pane. La fede completa l'apertura del cuore. E' lui, il
Signore. Emmaus è un lento processo di riconoscimento. C'è la guida del Maestro
verso il nucleo della Parola. E poi c'è il gesto del Maestro, nell'attuazione
della grande Parola: la Cena.
G2. L'uomo moderno ha moltiplicato il reticolato delle comunicazioni, ma
non ha aperto le porte del cuore. E' necessario andare a scuola Emmaus. Tutte le
volte che apriamo le porte del cuore per il diverso, per lo sconosciuto, per l'"estraneo", troviamo aperte le porte del cuore di Dio, il Trascendente. I due di
Emmaus, compiendo un gesto di amore, si preparano all'esperienza suprema
dell'amore: la Cena: si dispongono alla conoscenza dell'amore: il
riconoscimento. Se gli uomini d'oggi ricominceranno ad amare i piccoli, i
poveri, i lontani, gli oppressi, tutti coloro che, pur essendo dello stesso
clan, sono figli di Dio ancorché sconosciuti, solo allora scopriranno i loro
occhi bendati. E vedranno l'amore, cioè sperimenteranno il Risorto, il Dio "in
agguato" su tutte le strade.
T. Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è risorto. Alleluia.
P. Gesù risorto: nell'ultima tua Cena di uomo terrestre, hai indicato
nella lavanda dei piedi l'unico modo di partecipare all'Eucaristia. Nella prima
Cena di te, come uomo celeste, hai voluto riporre nell'ospitalità del diverso la
condizione per la comunione con te. Signore della gloria, aiutaci a preparare le
nostre celebrazioni, lavando i piedi stanchi degli ultimi, accogliendo nel cuore
e nelle case "poveri, storpi, zoppi, ciechi"
(Lc 14,13), i bisognosi di oggi, che non hanno altro segno di
riconoscimento se non quello di essere la tua immagine viva.
T. Amen.
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Sesta stazione
Il Risorto si mostra vivo ai discepoli
P. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la
tua Pasqua hai dato vita al mondo.
L. Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24,36-43)
Mentre essi
parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: "Pace
a voi!". Stupiti e spaventati, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse:
"Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie
mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha
carne e ossa come vedete che io ho". Dicendo questo, mostrò loro le mani e i
piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti
disse: "Avete qui qualche cosa da mangiare?". Gli offrirono una porzione di
pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
G1. Il risorto è il maestro paziente sulla strada di Emmaus, come nel
cenacolo. Ecco un tratto della sua pedagogia pasquale: con la parola e con i
gesti, guida i suoi alla convinzione della verità della risurrezione. Li porta
dal terrore iniziale alla gioia incontenibile. "Toccatemi, verificatemi"
(Lc 24,39). Il verbo che adopera connota l'esperienza tattile. Sarà il
verbo del realismo dell'annuncio cristiano. Giovanni, nella sua prima lettera,
lo userà: "Lo abbiamo toccato con le nostre mani"
(1 Gv 1,1). Il Risorto non è un'ombra. La risurrezione non è una favola.
La Pasqua non è un mito. Il Risorto è vivo. Il Risorto è vero. E' il segno vero
del Dio vivo. E' la sua potenza d'amore. Il Risorto è il segno dell'uomo: la sua
vittoria sulla morte, sempre sognata e mai raggiunta, Il bello della vita, che
vive, qui diventa vero. E sta davanti all'uomo. Palpabile come la carne di un
bimbo appena nato. Il mondo ha bisogno di questa pedagogia pasquale.
G2. L'uomo di oggi attende di incontrare i testimoni del Risorto esperti
dei segni. Il mondo deve poter toccare le cicatrici d'amore della Chiesa del
Risorto. Pedagogia è tessitura di pazienza. E' capacità di intelligenza. E'
perizia di esperienza. A noi occorre la familiarità con il Risorto sull'onda
della preghiera, della Parola e dell'Eucaristia. Occorre altresì sintonia con il
mondo di oggi: con le sue povertà e perplessità, le sue angosce e le sue
speranze e con le scommesse in futuro.
T. Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è risorto. Alleluia.
P. Gesù risorto, noi ti ammiriamo per la tua pazienza nella passione: il
silenzio. Noi ti ammiriamo per la tua pazienza nella risurrezione: la pedagogia.
A noi, che come uomini del nostro tempo vogliamo tutto e subito, dona la
capacità di un amore che sa aspettare, che sa operare questo in preghiera. Tu
sei vivo e non sei un fantasma. Donaci di trattarti come il Vivente (Ap 1,18). E
liberaci dai fantasmi che di te costruiamo. Rendici atti a presentarci come tuoi
segni. Il mondo li aspetta per poter credere.
T. Amen.
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Settima stazione
Il Risorto dà il potere di rimettere i peccati
P. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
L. Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-23)
La sera di quello
stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo
dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in
mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Detto questo, mostrò loro le mani e il
costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo:
"Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". Dopo aver detto
questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete
i peccati saranno rimessi a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".
G1. Lo Spirito Santo: ecco il primo dono pasquale che il Risorto, ormai
costituito Signore invia, insieme con il Padre e l'Unigenito risuscitato offrono
il loro massimo dono. E' il loro vincolo eterno d'amore. E' il loro "bacio
infinito". E' la loro gioia reciproca. E' la loro festa, senza ombre. Lo Spirito
è simboleggiato con l'alito, che è il soffio di vita che parte dal profondo del
petto. Proprio come lo Spirito, che sgorga dal profondo del petto. Proprio come
lo Spirito, che sgorga dal profondo della vita del Padre e del Figlio. Perciò il
Risorto comunica qui la pace, lo shalom: la remissione dei peccati. Lo Spirito è
l'armonia perfetta fra il Padre e il Figlio. "Tanto il Padre ha amato il mondo
da donare suo Figlio"
(Gv 3,16). Tanto il Padre e il Figlio risorto hanno amato il mondo da
donare il loro Spirito. Qui si tocca il fondo dell'amore, che dona e perdona.
G2. L'uomo di oggi ha bisogno di vita. Tutto il Mondo ha bisogno, perciò,
dello Spirito. Vita e pace del Padre, del Figlio e dello Spirito. Noi, pur
avendo moltiplicato tanti mezzi di vita, abbiamo spento la gioia della vita.
Abbiamo spento tante vite in germe. Abbiamo spento il senso della vita. Noi, pur
avendo moltiplicato gli strumenti della comunicazione, ci troviamo
nell'anonimato freddo e nella incomunicabilità angosciante. Benché noi abbiamo
aumentato il reddito complessivo, i due terzi del mondo sono in piena indigenza.
La fame di avere del Nord del mondo causa la fame dei beni del Sud del mondo. E'
possibile risorgere. La Chiesa del Risorto ha il potere di rimettere i nostri
peccati, di chiusura e di egoismo.
T Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è risorto. Alleluia.
P. Vieni o Spirito Santo. Tu, primo dono di Gesù risorto, sii l'entusiasmo
del Padre e del Figlio in noi, che nuotiamo nella noia e nel buio. Tu, armonia
del Padre e del Figlio, spingici verso la giustizia e la pace: sbloccaci dalle
nostre capsule di morte. Tu, vita eterna del Padre e del Figlio, soffia su
queste ossa inaridite e facci passare dal peccato alla grazia. Tu, giovinezza
del Padre e del Figlio, rendici giovani perenni, rendici uomini entusiasti,
rendici esperti della Pasqua.
T. Amen
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Ottava stazione
Il Risorto conferma la fede di Tommaso
P. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la
tua Pasqua hai dato vita al mondo.
L. Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 20, 24-29)
Tommaso, uno dei
Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora
gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non
vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi
e non metto la mano nel suo costato, non crederò". Otto giorni dopo i discepoli
erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte
chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Poi disse a Tommaso:
"Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel
mio costato; e non essere più incredulo ma credente!". Rispose Tommaso: "Mio
Signore e mio Dio!".
Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto:
beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".
G1. Tommaso, l'incredulo, viene condotto per mano a toccare le piaghe di
un morto risuscitato. Tocca, si prostra ed esclama: "Mio Signore e mio Dio!".
Quelle cicatrici sono le credenziali di Dio, sono la firma di Dio nell'operato
di Gesù di Nazareth. Sono la garanzia delle sue dichiarazioni, con al centro la
sua autoaffermazione: "Io sono la verità. Io sono la vita. Io e il Padre siamo
una cosa sola"
(Gv 14,6; 10,30). Qui il mondo tocca il segno vero del Dio vivo. Tommaso
faceva la sua esperienza a nome di noi tutti. Fu invitato a toccare le piaghe
per noi tutti. Fu invitato a toccare le piaghe per noi tutti. E questo lo fece
guarire dalle sue piaghe personali di incredulo. E attraverso questa esperienza,
anche noi guariamo dalle nostre piaghe. E rifiorisce la fede.
G2. L'uomo moderno, abituato ad accettare dopo aver accertato, ha bisogno
dell'esperienza di Tommaso. Anche gli uomini d'oggi il Risorto dice: toccatemi
nella Chiesa, toccatemi nei santi. A noi credenti viene affidato il compito di
moltiplicare segni di risurrezione, attraverso l'impegno di una cultura di vita.
Esperti della vita che cresce, in nome del Signore che ha vinto la morte noi
promuoviamo la vita in tutta la sua fioritura. La Chiesa dei credenti si fa
soprattutto credibile nei cenacoli di oggi. Se presenta piaghe da toccare, se
presenta martiri e servitori sarà certamente credibile.
T. Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è risorto. Alleluia.
P. O Gesù risorto, ti diciamo ogni giorno nella fede, "Signore mio e Dio
mio". La fede non è il meriggio della visione. La fede non è facile, ma rende
felici. La fede è fidarsi di Te nelle tenebre. La fede è affidarsi a Te nelle
prove. Signore della vita, aumenta la nostra fede. Donaci la fede, che è radice
della tua Pasqua. Donaci la fiducia che è il fiore di questa Pasqua. Donaci la
fedeltà che è il frutto di questa Pasqua.
T. Amen.
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Nona stazione
Il Risorto al lago di Tiberiade
P. Ti
adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
L. Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 21,1-9.13)
Dopo questi
fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si
manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo,
Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri discepoli. Disse loro
Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: "Veniamo anche noi con te".
Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
Quando era già l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano
accorti che era Gesù disse loro: "Figlioli, non avete nulla da mangiare?". Gli
risposero: "No". Allora disse loro: "Gettate la rete dalla parte destra della
barca e troverete". La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran
quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "E' il
Signore!". Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il
camiciotto, perché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece
vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano
lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un
fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane [...]. Allora Gesù si avvicinò,
prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.
G1. Gesù chiede di mangiare. Eppure non ne ha bisogno; il suo corpo è
glorioso. Fa questa richiesta per condividere ancora, con gli uomini, le loro
necessità, per partecipare alla loro mensa quotidiana. Come Quando, al pozzo di
Sicari, chiedeva l'acqua a una donna di Samaria. Dio che chiede: è un Dio
inedito. Chiede all'uomo per introdursi nel mondo dell'uomo e rispondervi con la
sua potenza d'amore. Domanda, per stimolare i suoi a gettare le reti prima
ostinatamente vuote e ora prodigiosamente piene. Poi li invita a una mensa lauta
e lieta. Senza di lui, la tavola sarebbe stata misera e triste.
G2. Alla porta del mondo d'oggi Gesù bussa. Vuole entrare. E' un mondo
affaticato e disperato, pieno di luci e privo della luce; pieno si successi
effimeri e godibili solo da pochi; mentre il cuore resta vuoto come la rete. Per
di più c'è miseria ed oppressione, c'è disumanizzazione, c'è il futuro sbarrato.
E lo stomaco resta vuoto come la rete. Così l'uomo sperimenta il vuoto del cuore
e delle forze. Assenza del divino: assenza dell'umano, Gesù risorto si avvicina
e chiede. Quando Dio ama, allora dona. Quando Dio predilige, allora chiede.
Chiede di rilanciare la speranza e l'amore. Che si costruiscono con l'esercizio.
T. Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è risorto. Alleluia.
P. Gesù risorto, rendici docili per rigiocare la speranza, dopo i nostri
fallimenti. Tu, il Risorto, siedi a mensa con noi. Nei giorni pasquali della tua
convivenza non ti sei mostrato il Dio vittorioso tra fulgori e con tuoni, ma il
Dio semplice dell'ordinario, che celebra la Pasqua sulla riva di un lago, presso
una mensa all'aperto. Facci testimoni della tua Pasqua, nel quotidiano, con le
sue monotonie, dove tu ci aspetti da sempre, sulle rive dei nostri travagli.
Siedi alle nostre mense di uomini sazi, ma vuoti. Siedi alle mense degli uomini
poveri, che hanno ancora speranza. E il mondo che tu ami sarà nuovo, modellato
sulla tua Pasqua.
T. Amen
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Decima stazione
Il Risorto conferisce il primato a Pietro
P. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la
tua Pasqua hai dato vita al mondo.
L. Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21,15-17)
Quand'ebbero
mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu
più
di costoro?". Gli rispose: Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli
disse: "Pasci i
miei agnelli". Gli disse di nuovo: "Simone di Giovanni, mi
vuoi bene?". Gli rispose: "Certo,
Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli
rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci le
mie pecorelle". Gli disse per la terza volta: "Simone di Giovanni, mi vuoi
bene?". Pietro rimase addolorato per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?,
e gli disse: "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene". Gli rispose
Gesù: "Pasci le mie pecorelle".
G1. Gesù risorto incontra Pietro a cuore a cuore, con lo sfondo sonoro
dello sciabordìo
del suo lago. Dopo ogni grande incontro, c'è una grande
consegna. Gli sollecita la triplice
dichiarazione di amore: "Mi ami tu,
Simone, più di costoro?". Tre volte, qualche giorno prima, lo aveva rinnegato.
Tre volte ora, doveva riparare al tradimento d'amore con una rinnovata
dichiarazione d'amore. "Tu lo sai, tu sai tutto, sai che io ti amo". E dopo ogni
attestazione del cuore, il conferimento di quei poteri, che sono il servizio
dell'amore: "Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle". Amare Gesù, al di
sopra di tutto, non è un idillio: è un impegno per quanto Gesù ha di più caro.
L'ha pagato con il suo sangue.
G2. Gli uomini del nostro tempo, particolarmente percorso da marosi e
tempeste, hanno
bisogno più che mai di un punto di riferimento stabile e
sicuro. Abbiamo bisogno della certezza di Cristo, che pasce i suoi agnelli e le
sue pecorelle attraverso Pietro. Pascere è
alimentare. Pascere è illuminare.
Pascere è confortare. Pascere è liberare. Pascere è far
sviluppare. Pietro è
un dono pasquale. E' uno di noi, un nostro fratello, fatto pastore non per
la
sua umanità, fragile come quella di tutti, ma per la parola di Gesù che lo
sostiene. Svolge
il ruolo di guida, nel nome di Gesù, su noi, il gregge del
suo pascolo.
T. Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è risorto. Alleluia.
P. Noi ti ringraziamo, Gesù Risorto, per il Pietro di oggi, il nostro
Papa. Che vive il suo servizio apostolico con tanta generosità e calore, nel
sacrificio di questi tempi così belli, ma
così duri. Ogni giorno tu
interpelli anche noi: "Mi ami tu più di costoro?". A noi, con Pietro e
sotto
Pietro, affidi una porzione del tuo gregge. E noi ci affidiamo a te. Persuadici,
Maestro e datore di vita, che solo se amiamo pasceremo il tuo gregge; e solo con
il nostro sacrificio, lo nutriremo della tua verità e della tua pace.
T. Amen
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Undicesima stazione
Il Risorto affida la missione universale
P. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
L. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,16-20)
Gli undici
discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.
Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù,
avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.
Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e
del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi
ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".
G1. Il Risorto è il Signore della storia. Il potere che il Padre gli dà lo
trasmette ai suoi. Sul monte di Galilea inaugura la nuova storia. Come sul monte
delle beatitudini. Egli ha indicato il nuovo codice genetico, oggi, sul monte di
Galilea, uomini di carne, investiti dallo Spirito, ricevono la consegna di
trasformare il mondo. Battezzare è divinizzare l'uomo, ogni creatura fragile.
Ammaestrare è fare luce sulla nuova destinazione del mondo. Far discepole tutte
le genti è inserirle nella comunità pasquale, la Chiesa, senza distinzione di
razza e di cultura. Questa comunità è casa e segno dell'amore trinitario. Casa a
cui tutti sono chiamati. Compito immane, quello dell'invio, della missione:
dedizione totale all'annuncio. A Pasqua, il dinamismo non finisce, ma comincia.
Il campo del lavoro, la sua vigna, è il mondo intero, fino alla fine dei secoli.
G2. L'uomo di oggi vive nell'immenso campo del mondo. Un mondo che si fa
più complesso con le sue esigenze e i suoi drammi, con i suoi rischi di
annullamento nucleare, con le sue angosce di violenza e di non-senso. Ma come
andare nel mondo? Come annunciare? Come trasformare senza forzare? Come essere
fedeli al Dio della storia e alla storia di Dio? Il risorto è con noi, sino alla
fine del mondo.
T. Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è risorto. Alleluia.
P. Gesù risorto, giunge confortante la tua promessa: "Io sono con voi
tutti i giorni" (Mt 28,20). Da soli, non siamo capaci di portare il minimo peso
con perseveranza. Tanto meno di reggere sulle nostre povere spalle il peso del
mondo. Noi siamo la debolezza, Tu sei la forza. Noi siamo l'incostanza, Tu sei
la perseveranza. Noi siamo la paura, Tu sei il coraggio. Noi siamo la tristezza,
Tu sei la gioia. Noi siamo la notte, Tu sei la luce. Noi siamo la stasi, tu sei
la Pasqua.
T. Amen
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Dodicesima stazione
Il Risorto sale al cielo
P. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T.
Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
L. Dagli Atti
degli Apostoli
(At 1,6-11)
Così gli Apostoli, venutisi a trovare insieme,
domandarono a Gesù: "Signore, è questo il tempo in cui ricostruirai il regno di
Israele?". Ma egli rispose: "Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che
il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che
scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la
Samaria e fino agli estremi confini della terra". Detto questo, fu elevato in
alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi
stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, ecco due uomini in bianche
vesti si presentarono a loro e dissero: "Uomini di Galilea, perché state a
guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto al cielo, tornerà
un giorno allo stesso modo in cui lo avete visto andare in cielo".
G1. Il Risorto ha vinto la morte. E' entrato nella sfera della vita senza
fine. Anche il suo corpo è segnato dalla gloria. Nei quaranta giorni pasquali si
fa vedere, toccare, abbracciare; conversa, mangia e cammina con i suoi; fra di
loro l'ultima suprema promessa: "Avrete forza dallo Spirito Santo" per dare
compimento alla missione universale. Quel grido: "Tutto è compiuto", emesso
sulla croce, diventa ora realtà in pienezza. Entrando nella sfera della vita
senza fine, il Risorto si sottrae alla vista normale della fragilità del nostro
occhio. Ma il Risorto resta con gli uomini, come ha promesso: "Sarò con voi
tutti i giorni". Gesù condivide con il Padre la signorìa universale. Ora siede
alla sua destra. Così la natura dell'uomo entra nella sfera di Dio. Nessun
materialista potrà mai glorificare tanto la materia quanto essa è glorificata
nel mistero dell'ascensione del Risorto.
G2. L'uomo di oggi non guarda il cielo, gli basta la terra. Così, almeno,
crede. Ma il cielo è il modo di essere del Dio invisibile. I santi lo
sperimentano come figli-eredi. L'uomo di oggi, fasciato di materialismo per il
primato dell'avere, del piacere e del potere, non affina l'occhio alle realtà
invisibili. Soffre di miopia grave, se non di cecità assoluta. L'uomo d'oggi
teme che guardare il cielo sia dimenticare la terra. E invece, il cielo sarà
l'esperienza finale di chi sulla terra avrà dato da mangiare agli affamati, di
chi avrà dato conforto ai disperati. Solo chi avrà reso la storia anticamera di
cielo per i poveri e gli affamati figli di Dio potrà essere introdotto nel cielo
della Pasqua eterna.
T. Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è risorto. Alleluia.
P. Gesù risorto, sei andato a prepararci un posto. Il posto
dell'uomo-figlio è alla destra del Dio-Padre e madre. Il biglietto ce l'hai
acquistato. Non dobbiamo stracciarlo. Fa' che i nostri occhi siano fissi là dove
è l'eterna gioia. Un pezzo di paradiso aggiusta veramente tutto. Guardando alla
Pasqua piena, noi ci impegneremo a realizzare sulla terra la Pasqua per ogni
uomo e per tutto l'uomo. La pasqua di oggi, che libera l'uomo, è profezia
gioiosa della beatitudine senza fine.
T. Amen.
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci
come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Tredicesima stazione
Con Maria, in attesa dello Spirito
P. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
L. Dagli Atti degli Apostoli (At 1,12-14)
Allora [gli Apostoli]
ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a
Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono
al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea,
Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simeone lo Zelòta e
Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme
con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui.
G1. In attesa dello Spirito. Discesi dal monte, entrano in preghiera. Gesù
non è più visibile. La "nube" dell'ascensione lo ha fissato nella gloria. Il
Risorto, non più visibile con gli occhi della carne, è raggiungibile solo con
quelli della fede. La comunità pasquale implora lo Spirito. Ora egli è atteso
nella pienezza dei suoi doni. Suggellerà la nascita della Chiesa, l'inizio del
suo cammino come missionaria del Risorto. L'implorazione dello Spirito è sempre
efficace. L'aveva garantito Gesù: "Se voi, che siete cattivi, sapete dare cose
buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro dei cieli darà la Spirito
Santo a coloro che lo chiedono"
(Lc 11,13). Da allora e per sempre la comunità pasquale è radunata nel
nome del Risorto, con Lui in mezzo, per implorare dal Padre lo Spirito Santo
d'amore, che rinnova la faccia della terra. Ed è Pentecoste perenne. La
preghiera pasquale è segnata dalla presenza di Maria, la Madre di Gesù; già
è presente a cana, ove il primo gruppo comincia a credere ai segni; presente sul
Calvario, ove la Chiesa è in gestazione; ora presente nel Cenacolo, ove nasce la
Chiesa. Maria, l'esperta del mistero pasquale: morte e vita, croce e
risurrezione.
G2. L'uomo di oggi, distratto dai consumi e allettato a percorrere
sentieri di morte, si va dimenticando di Dio. Ma una luce risplende in questa
svolta epocale: è la Chiesa voluta da Cristo per salvare chi cerca la salvezza.
E' la Chiesa, radunata in preghiera con perseveranza concorde. E' la Chiesa,
giovane di venti secoli che parla a chi è giovane di anni e di spirito. Il
mondo, con le sue logiche, contrarie alle beatitudini, allontana l'uomo da Dio.
La Chiesa, che è trasparenza di Cristo, lo riavvicina a Dio. Il cammino del
Cenacolo porta alla cultura della vita.
T. Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è risorto. Alleluia.
P. Gesù risorto dalla morte, sempre presente nella tua comunità pasquale,
effondi su di noi, per intercessione di Maria, ancor oggi, qui, lo Spirito Santo
tuo e del Padre tuo diletto: lo Spirito della vita, lo Spirito della gioia, lo
Spirito della pace, lo Spirito della forza, lo Spirito dell'amore, lo Spirto
della Pasqua.
T. Amen.
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Quattordicesima stazione
Il Risorto manda lo Spirito promesso
P. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
L. Dagli Atti degli Apostoli (At 2,1-6)
Mentre il giorno di
Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.
Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo,
e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro come lingue di fuoco
che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni
di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava
loro il potere di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei
osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla
si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria
lingua.
G1. Pentecoste, patto mantenuto. Il Risorto adempie la sua promesse
solenne: "Il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome"
(Gv 14,26). Dio è fedele. Mantiene i suoi appuntamenti. Egli disse: il
Figlio dell'uomo darà la sua "vita come prezzo per molti"
(Mt 20,28). E la sua Parola fu storia: venerdì santo. Egli disse: "
Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere... ". Egli parlava
del tempio del suo corpo"
(Gv 2,19.21). E la sua parola fu al vittoria sulla morte. Egli disse: "Avrete
la forza dello Spirito Santo, che scenderà su di voi"
(At 1,8). E a compimento delle sette settimane pasquali la sua parola fu
Pentecoste: forza dello Spirito, natale della Chiesa. L'umanità nuova in
cammino.
G2. L'uomo di oggi deve ricordare che "il vero peccato - come dice
Evdokimov - è essere insensibili allo Spirito Santo". Che è quanto dire, essere
chiusi all'amore. Lo Spirito vince i pessimismi sul futuro. Dio è ottimista
sull'uomo. Lo Spirito opera il bene: il bene che si compie, l'amore che trionfa,
il grano che biondeggia. La Pentecoste unisce l'umanità intera. Credere nello
Spirito Santo, per l'io scettico e stanco, è non solo credere in Dio e nel suo
amore, ma anche credere che Dio crede in me, che Dio si fida di me, che Dio si
aspetta molto da me. Devo farmi portare dallo Spirito che è già all'opera nella
storia. E allora la vita potrà veramente essere un convitto d'amore e di pace.
"Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà,
fedeltà, mitezza, dominio di sé"
(Gal 5,22).
T. Rallègrati, Vergine Madre:
Cristo è
risorto. Alleluia.
P. O Spirito Santo, che congiungi ineffabilmente il Padre e il Figlio; sei
tu che unisci noi a Gesù Risorto, respiro della nostra vita; sei tu che unisci
noi alla Chiesa, di cui tu sei l'anima, e noi le membra. Come Sant'Agostino,
ognuno di noi ti supplica:
(recita corale)
Respira in me, Spirito Santo, perché io pensi ciò che
è santo. Spingimi tu, Spirito Santo, perché io faccia ciò che è santo. Attirami
tu, Spirito Santo, perché io ami ciò che è santo. Fortificami tu, Spirito Santo,
perché io mai perda ciò che è santo".
T. Amen.
T. O Maria, tempio dello Spirito Santo,
guidaci come testimoni del Risorto
nella via della luce.
Conclusione
Il celebrante può invitare i partecipanti, muniti di una
candela, ad accenderla al cero pasquale, mentre egli, facendo questa traditio
lucis, dice ad ognuno (ovvero alla comunità, adattando la formula):
"Va' e porta la luce del Cristo risorto ai fratelli che incontri".
Tutti rispondono:
Amen.
Poi si rinnova l'alleanza fondamentale del battesimo.
P. Il Battesimo è la Pasqua del Risorto partecipata
all'uomo. Concludiamo il nostro itinerario rinnovando le promesse battesimali,
grati al Padre, che continua a chiamarci dalle tenebre alla luce del suo Regno.
Fratelli, se volete seguire il Risorto nelle strade del mondo:
P. Rinunziate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio?
T. Rinunzio.
P. Rinunziate alle seduzioni del male, per non
lasciarvi dominare dal peccato?
T. Rinunzio.
P. Rinunziate a Satana e a tutte le sue opere?
T. Rinunzio.
P. Credete in Dio Padre onnipotente, creatore
del cielo e della terra?
T. Credo.
P. Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro
Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti
e siede alla destra del Padre?
T. Credo.
P. Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa
cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione
della carne e la vita eterna?
T. Credo.
P Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù
Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatti rinascere dall'acqua e
dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua grazia in Cristo Gesù, risorto
dalla morte, per la vita eterna.
T Amen.
Benedizione solenne
C.
Dio, sorgente di ogni luce, che ha mandato sui discepoli lo Spirito
consolatore, vi benedica e vi colmi dei suoi doni.
T. Amen.
C.
Il Signore risorto vi comunichi il fuoco del suo Spirito e vi illumini con
la sua sapienza.
T. Amen.
C.
Lo Spirito santo, che ha riunito popoli diversi nell'unica Chiesa, vi renda
perseveranti nella fede e gioiosi nella speranza fino alla visione beata dei
cielo.
T. Amen.
C.
E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
T. Amen.
Canto
Michela Silipigni
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