Maria Regina e Madre di misericordia
Mese di maggio
di Don Giuseppe Tomaselli - sacerdote salesiano




PROEMIO
SANTIFICARE IL MESE DI MAGGIO


La Santa Chiesa onora la Madonna con molte feste. Le dedica anche il mese di Maggio e di Ottobre.
I fedeli nel mese di Maggio vanno a gara per presentare alla Regina del Cielo gli omaggi filiali della loro devozione, allo scopo di benedirla, di ringraziarla e di ottenere grazie.
Affinché il mese di Maria produca maggiori frutti, si presentano delle norme pratiche:
1) A principio di Maggio ci si proponga di ottenere dalla Madonna qualche grazia particolare: l'assistenza nella scelta dello stato... la forza per custodire bene il giglio della purezza... la protezione sul letto di morte... la conversione di qualche peccatore... ecc.
2) Si combatta il difetto nel quale lungo il giorno si cade con più frequenza: l'impazienza... la mormorazione... l'oziosità... la pigrizia spirituale...
3) La Comunione si riceva con frequenza, possibilmente ogni giorno.
4) Si pratichi il fioretto quotidiano e si abbia zelo di farlo conoscere agli altri.
5) Si adorni in famiglia qualche immagine della Vergine con fiori e lampade, affinché serva di richiamo ai familiari. Davanti a quest'immagine si reciti il Rosario in comune, invitando, quando se ne ha possibilità, anche i vicini di casa.
6) In un giorno di Maggio si faccia l'atto solenne di Consacrazione della famiglia al Cuore Immacolato di Maria, oppure, se di già si è fatto, si rinnovi con solennità.


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31 PF



1° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia, prega per noi!


MARIA É MADRE
La Chiesa, invitando a salutare la Madonna, dopo l'invocazione "Salve Regina!" aggiunge "Madre di misericordia!"
Non c'è sulla terra un nome più dolce di quello di madre, espressione di bontà, di tenerezza e di conforto. Alle madri terrene Iddio Creatore dà un cuore grande, atto ad amare ed a sacrificarsi per i figli.
La Vergine Santissima è la Madre per eccellenza; la profondità del suo Cuore non si può scandagliare, poiché Dio la dotò di doni eccezionali, dovendo essere la Madre del Verbo Incarnato ed anche di tutti i redenti, nell'atto in cui stava per compiersi la Redenzione. Gesù morendo guardò l'umanità bisognosa ed amandola sino al limite estremo, le lasciò quanto aveva di più caro sulla terra, la propria Madre: "Ecco tua Madre!". E rivolto a Maria, esclamò: "Donna, ecco tuo figlio!".
Con queste parole divine la Madonna fu costituita Madre comune, Madre adottiva dei redenti, titolo che meritò con i dolori materni, patiti ai piedi della Croce.
L'Apostolo prediletto, San Giovanni, tenne la Santa Vergine a casa sua come una Madre; tale la considerarono gli Apostoli ed i primi Cristiani e tale la invocano e l'amano le innumerevoli schiere dei suoi figli devoti.
La Madonna, stando in Cielo presso il trono dell'Altissimo, esercita di continuo e mirabilmente il compito di Madre, memore di ciascuno dei suoi figli, che sono frutto del Sangue del suo Gesù e dei suoi dolori.
La madre ama e per conseguenza segue i figli, ne comprende e ne intuisce i bisogni, ha viscere di compatimento, prende viva parte alle loro pene ed alle loro gioie ed è tutta per ognuno di loro.
La Santissima Vergine ama di amore soprannaturale tutte le creature e specialmente quelle rigenerate alla grazia con il Battesimo; le attende con ansia nella gloria eterna.
Ma sapendo che in questa valle di lacrime sono in pericolo di perdersi, implora da Gesù grazia e misericordia, affinché non cadano in peccato o subito si rialzino dopo la colpa, affinché abbiano la forza di sopportare i travagli della vita terrena ed abbiano il necessario anche per il corpo.
La Madonna è Madre, ma più che tutto è Madre di misericordia. Ricorriamo a lei in ogni nostra necessità, spirituale e temporale; invochiamola con fiducia, mettiamoci nelle sue mani con serenità e riposiamo sotto il suo manto con sicurezza, come dolcemente riposa il bimbo tra le braccia della mamma.

ESEMPIO
Un giorno si presentò a Don Bosco un medico valente, ma incredulo, e gli disse: La gente dice che lei guarisce da ogni malattia.
- Io? No! -
- Eppure me l'hanno assicurato, citandomi anche il nome delle persone ed il genere delle malattie. -
- Lei s'inganna! Si presentano a me tanti per avere grazie e guarigioni; ma io raccomando di pregare la Madonna e di fare, qualche promessa. Le grazie si ottengono per intercessione di Maria, che è Madre amorosa. -
- Ebbene, guarisca anche me e crederò anch'io ai miracoli. -
- Da quale malattia lei è travagliato? -
Dal male caduco; sono epilettico. Gli assalti del male sono frequenti e non posso uscire senza essere accompagnato. Le cure valgono a nulla.
- Allora - soggiunse Don Bosco - faccia anche lei come gli altri. Si metta in ginocchio, reciti con me alcune preghiere, si disponga a purificare l'anima con la Confessione e la Comunione e vedrà che la Madonna la consolerà. -
- Mi comandi altro, perché quello che mi dice non posso farlo. -
- Perché? -
- Perché sarebbe per me un'ipocrisia. Io non credo né a Dio, né alla Madonna, né a preghiere, né a miracoli. -
Don Bosco rimase costernato. Ma riuscì ugualmente a convincere il miscredente ad inginocchiarsi e a segnarsi con la Croce.
Alzandosi, il medico disse: - Mi meraviglio di saper fare ancora il segno di Croce, che da quarant'anni non faccio più. -
Il peccatore cominciò a ricevere la luce della grazia, promise di confessarsi e, dopo non molto, mantenne la promessa. Appena assolto dai peccati, si sentì guarito; da allora in poi cessarono gli attacchi dell'epilessia. Riconoscente e commosso si recò alla Chiesa di Maria Ausiliatrice, a Torino, e qui volle comunicarsi, manifestando la sua soddisfazione per avere ottenuto dalla Madonna la salute dell'anima e del corpo.


Fioretto
Perdonare di cuore coloro che ci hanno offeso.


Giaculatoria
Signore, perdona i miei peccati,
come io perdono chi mi ha offeso!


2° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


FIGLIOLANZA PIA
In una famiglia numerosa è facile riscontrare tra i figli caratteri differenti: chi ubbidisce e chi si ribella; chi ama il lavoro e chi si abbandona all'ozio; chi porta buoni guadagni e chi spreca il denaro...
La mamma, pur amando tutti i figli, riserva le sue tenerezze a quelli più buoni perché più meritevoli.
Nella grande famiglia cristiana la Santissima Vergine ha uno sterminata schiera di figli devoti, che vivono abitualmente in grazia di Dio, che si accostano spesso ai Sacramenti, che compiono l'apostolato con la preghiera, con il buon esempio e con l'offerta di sacrifici. Questi formano la gioia e l'amore della Madonna.
La Madre Celeste li guarda con occhio di predilezione, benedice le loro imprese, nei momenti critici della vita viene in soccorso anche prodigiosamente, conserva il loro cuore nella pace e sul letto di morte li assiste con cure materne particolari, sino a rendere soave il passaggio all'eternità.
Il Padre Suarez, devotissimo della Vergine, giunto in fin di vita, esclamò: - Non credevo che fosse così dolce il morire! -
Santa Maria Mazzarello nelle ultime ore di questo esilio intonò una lode di gioia alla Madonna. La Vergine sa e può ricompensare l'affetto di chi l'ama.
Noi che la onoriamo, specialmente nel mese di Maggio, apparteniamo alla schiera dei figli devoti. Rallegriamoci e lavoriamo per divenire sempre più cari alla Mamma Celeste.
Moltiplichiamo i nostri atti di amore, diffondiamo la sua devozione raccontando le sue glorie alle anime che ci circondano, esortiamo i tiepidi alla recita quotidiana del Rosario, invogliamo i bisognosi a ricorrere a Lei in ogni necessità! Consoliamo il Cuore Addolorato di Maria, tanto oltraggiato dai bestemmiatori, dalla condotta dei cattivi Cristiani e dalla malvagità dei nemici della Chiesa!
Un figlio affettuoso può sanare le ferite del cuore materno e riparare per i fratelli ingrati. La Madonna gradisce molto la devozione di quelle anime che ogni sabato e nei giorni a Lei consacrati, si accostano alla Santa Comunione allo scopo di riparare il Suo Cuore Immacolato ed Addolorato delle offese che le recano i bestemmiatori.
Alle anime amanti di Maria si raccomanda di non lasciare passare giorno senza offrire qualche opera buona ad onore della Vergine; offrire qualche cosa anche minima, ma offrirla con amore e con costanza.
Specialmente il sabato si faccia qualche fioretto, ad esempio, non mangiare dolci o frutta... non bere fuori pasto... recitare doppio Rosario... fare qualche elemosina ai poverelli... dedicare del tempo alla meditazione o a qualche pia lettura... ascoltare la Santa Messa... Coloro che onorano la Madonna, avranno la vita eterna!

ESEMPIO
In un villaggio, chiamato Paradiso, nei pressi di Firenze, viveva una giovane, di nome Domenica, che in seguito divenne Suora e morì in concetto di santità nel 1553; un pio autore, Padre Ignazio Del Niente, ne scrisse la vita.
Domenica, fin da fanciulla, cominciò ad onorare la Madonna. Ogni giorno, per amore di Lei, si privava di una parte del cibo ed al sabato digiunava, dando ai poveri il suo pasto. Ogni sabato raccoglieva più fiori che poteva e li disponeva davanti all'immagine della Vergine col Bambino. Quante preghiere innalzava! La Madonna gradiva questi atti di ossequio e volle dare un segno di predilezione alla sua figlia.
Una volta mentre Domenica stava alla finestra, vide sulla strada una donna di bell'aspetto e con lei era anche un fanciullino. Madre e figlio chiedevano l'elemosina. Corse a prendere un po' di pane per i due bisognosi e, mentre pensava di andare ad aprire loro la porta, se li vide accanto.
Osservò che il fanciullo aveva ferite le mani, i piedi e il petto. Domandò alla madre: - Chi ha ferito vostro figlio? - Rispose la madre: - E' stato l'amore! - E tu, bambino, non senti il dolore delle ferite? - Il bimbo sorrise.
Intanto mentre tutti e tre stavano davanti all'immagine di Gesù e Maria, la donna disse: - Chi ti spinge a coronare di fiori quest'immagine? -
- L'amore che porto a Gesù ed alla Madonna.
- E quanto li ami? - Quanto posso!
- Continua - esclamò la donna - ad amarli, perché in Paradiso ne sarai ripagata. -
Le ferite del bambino cominciarono ad emanare un odore celeste, soavissimo, che s'intensificava sempre più. Domenica allora assistette ad un mutamento di scena: la Madre apparve vestita da grande Regina e circondata di luce; il Fanciullo si mostrò come un sole di bellezza. Domenica, riconoscendo la Madonna e Gesù, si prostrò per adorare. Gesù prese i fiori dall'immagine e li sparse sul capo della giovanetta. Da lì a poco, la visione scomparve.


Fioretto
Fermarsi alcuni istanti a contemplare il Crocifisso e l'immagine della Madonna.


Giaculatoria
Sia benedetto il nome di Maria Vergine e Madre.


3° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


MADRE DEI PECCATORI
Sul monte Calvario agonizzava Gesù, il Figlio di Dio. Le sue sofferenze erano atrocissime. Alle pene fisiche si aggiungevano quelle morali: l'ingratitudine dei beneficati, la miscredenza degli Ebrei, gli insulti dei soldati romani...
Maria, Madre di Gesù, stava ai piedi della croce e osservava; non inveiva contro i carnefici, ma pregava per loro, unendo la sua preghiera a quella del Figlio: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!»
Ogni giorno si ripete misticamente la scena del Calvario. Gesù Cristo è il bersaglio della malvagità umana; sembra che i peccatori facciano a gara per distruggere o diminuire l'opera della Redenzione. Quante bestemmie ed insulti alla Divinità! Quanti e quali scandali!
La grande schiera dei peccatori corre verso l'eterna dannazione. Chi può strappare queste anime dagli artigli di Satana? Solo la Misericordia di Dio, implorata dalla Madonna.
Maria è il rifugio dei peccatori, è la Madre di misericordia!
Come un giorno pregava sul Calvario per i crocifissori, così ora prega incessantemente per i peccatori.
Se una madre ha un figlio gravemente infermo, rivolge a lui tutte le sue cure per strapparlo alla morte; così e più ancora fa la Madonna per quei figli ingrati che vivono in peccato e sono in pericolo della morte eterna.
Nel 1917 la Vergine apparve a Fatima a tre fanciulli; aprendo le mani, ne sgorgò un fascio di luce, che sembrava penetrasse la terra. I fanciulli videro allora ai piedi della Madonna come un grande mare di fuoco ed in esso immersi, neri ed abbronzati, demoni ed anime in forma umana, somiglianti a brace trasparente, che trascinati in alto dalle fiamme, ricadevano poi giù come faville nei grandi incendi, fra grida di disperazione che facevano inorridire.
I veggenti, a tale scena, alzarono gli occhi verso la Madonna per chiedere soccorso e la Vergine soggiunse: «Questo è l'inferno, dove vanno a finire le anime dei poveri peccatori. Recitate il Rosario ed aggiungete ad ogni posta: "Gesù mio, perdonate le nostre colpe! Preservateci dal fuoco dell'inferno e portate in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia!
Inoltre la Madonna raccomandò di offrire sacrifici per la conversione dei peccatori e di ripetere l'invocazione: "Cuore Immacolato di Maria, converti i peccatori!"
Tutti i giorni ci sono anime che ritornano a Dio con una vera conversione; gli Angeli in Cielo fanno festa quando un peccatore si converte, ma immensamente di più gioisce la Madonna, Madre dei peccatori pentiti.
Cooperiamo al ravvedimento dei peccatori; ci stia maggiormente a cuore la conversione di qualcuno della nostra famiglia. Supplichiamo ogni giorno la Madonna, specialmente nel Santo Rosario richiamando l'attenzione alle parole: "Prega per noi peccatori!"

ESEMPIO
Santa Gemma Galgani godeva delle predilezioni di Gesù. Le sue grandi sofferenze quotidiane salvavano le anime ed era lieta di presentare al suo Sposo Celeste i peccatori, di cui veniva a conoscenza.
Le stava a cuore la conversione di un'anima. Perciò pregava e supplicava Gesù affinché desse luce e forza al peccatore; ma questi non si rimetteva.
Un giorno, mentre le era apparso Gesù, gli disse: «Tu, o Signore, ami i peccatori; dunque convertili! Sai quanto ho pregato per quell'anima! Perché non la chiami a Te?»
«Convertirò questo peccatore, ma non subito.»
«Ed io ti supplico di non ritardare.»
«Figlia mia, sarai accontentata, ma non ora.»
«Ebbene, poiché tu non vuoi fare presto questa grazia, mi rivolgo alla tua Mamma, alla Vergine, e vedrai che il peccatore si convertirà.»
«Questo io aspettavo, che tu interponessi la Madonna e, poiché intercede mia Madre, quell'anima avrà tanta grazia che subito detesterà il peccato e sarà ammessa alla mia amicizia.»


Fioretto
Offrire almeno tre sacrifici per la conversione dei peccatori.


Giaculatoria
Cuore Immacolato e Addolorato di Maria,
converti i peccatori!



4° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


MARIA FORZA DEI DEBOLI
I peccatori ostinati sono quelli che trascurano l'anima e si danno alle passioni, senza la volontà di troncare la vita di peccato.
I deboli, spiritualmente parlando, sono quelli che vorrebbero conservare l'amicizia con Dio, ma non sono decisi e convinti di evitare il peccato e le gravi occasioni di peccato.
Un giorno sono di Dio ed un altro del demonio; oggi ricevono la Comunione e domani peccano gravemente; cadute e pentimento, confessione e peccati. Quante anime sono in questa triste condizione! Hanno la volontà molto debole e corrono il rischio di morire in peccato. Guai se la morte le cogliesse mentre sono in disgrazia di Dio!
La Vergine Santissima ha compassione di questi ed è desiderosa di aiutarli. Come la mamma sorregge il bambino perché non cada e gli porge la mano per rialzarlo se cade, così la Madonna, memore della miseria umana, è sollecita a sorreggere chi ricorre a lei con fiducia.
È bene considerare quali siano le cause che producono la debolezza spirituale.
Prima di tutto è il non fare caso delle piccole colpe, per cui si commettono spesso e senza alcun rimorso. Chi disprezza le piccole cose, a poco a poco, cadrà nelle grandi.
Indebolisce la volontà il pensare nelle tentazioni: - Fin qui posso arrivarci... Questo non è peccato mortale! All'orlo del precipizio mi fermerò. - Agendo in tal modo la grazia di Dio si rallenta, Satana intensifica l'assalto e l'anima cade miseramente.
Un'altra causa d'indebolimento è il dire: - Ora pecco e poi mi confesserò; così rimedierò a tutto. - Si è in errore, perché anche quando ci si confessi, il peccato lascia nell'anima una grande debolezza; più peccati si commettono, più si resta deboli, specialmente offendendo la purezza.
Sono facili a cadere in peccato coloro che non sanno dominare il cuore e per conseguenza coltivano affetti disordinati. Dicono: - Non ho la forza di lasciare quella persona! Non me la sento di privarmi di quella visita. -
Tali anime ammalate, intisichite nella vita spirituale, ricorrano a Maria per chiedere aiuto, implorando la sua materna misericordia. Facciano delle novene e dei mesi interi di pratiche devote per strappare una grazia così grande, cioè la forza di volontà, da cui dipende l'eterna salvezza.
Molti pregano la Madonna per la salute del corpo, per la provvidenza, per riuscire in qualche affare, ma pochi supplicano la Regina del Cielo e fanno novene per avere la forza nelle tentazioni o per troncare qualche grave occasione di peccato.

ESEMPIO
Una giovane da anni si era abbandonata ad una vita di peccato; cercava di tenere nascoste le sue miserie morali. La madre cominciò a sospettare qualche cosa e la rimproverò aspramente.
L'infelice, scoperta, aprì gli occhi sul suo misero stato e fu assalita da forti rimorsi. Accompagnata dalla mamma, volle andare a confessarsi. Si pentì, propose di non cadere più e pianse.
Era molto debole e, trascorso breve tempo, cadde nuovamente nella brutta abitudine di peccare. Era già sul punto di fare un cattivo passo e piombare nel male. La Madonna, invocata dalla mamma, venne in aiuto della peccatrice per un caso provvidenziale.
Capitò nelle mani della giovane un buon libro; lo lesse e fu colpita dalla storia di una donna, la quale nascondeva i gravi peccati in confessione e, sebbene in seguito abbia tenuto una buona vita, a motivo dei sacrilegi andò all'inferno.
A questa lettura fu scossa dal rimorso; pensò che anche per lei era preparato l'inferno, se non avesse rimediato alle cattive confessioni e se non avesse cambiato vita.
Rifletté seriamente, cominciò a pregare con fervore la Vergine Santissima perché l'aiutasse e si decise di regolare la coscienza. Quando s'inginocchiò davanti al Sacerdote per accusare le sue colpe, disse: - E' stata la Madonna a condurmi qui! Voglio cambiare vita. -
Mentre prima si sentiva debole nelle tentazioni, acquistò tale fortezza da non retrocedere più. Perseverò nella preghiera e nella frequenza dei Sacramenti ed infiammata di un santo ardore verso Gesù e la Madre Celeste, abbandonò il mondo per chiudersi in un convento, ove emise i voti Religiosi.


Fioretto
Esaminare la coscienza per vedere come ci si confessa: se si nasconde qualche grave peccato, se il proposito di fuggire le cattive occasioni è risoluto ed efficace, se realmente si va alla confessione con le dovute disposizioni. Rimediare alle confessioni mal fatte.


Giaculatoria
Cara Madre Vergine Maria,
fa' ch'io salvi l'anima mia!



5° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


SALUTE DEGLI INFERMI
L'anima è la parte più nobile di noi; il corpo, sebbene inferiore al nostro spirito, ha la sua grande importanza nella vita terrena, essendo strumento di bene. Il corpo ha bisogno della salute ed è un dono di Dio il godere della sanità.
Si sa che sono innumerevoli le malattie che possono colpire l'organismo umano. Quanti giacciono a letto per mesi e per anni! Quanti dimorano negli ospedali! Quanti corpi sono tormentati da dolorose operazioni chirurgiche!
Il mondo è valle di lacrime. Soltanto la fede può dare la luce sul mistero del dolore. Spesso si perde la salute per la sregolatezza nel mangiare e nel bere; per lo più si logora l'organismo a causa dei vizi ed allora la malattia è conseguenza del peccato.
Gesù guarì il paralitico presso la vasca di Siloe, paralitico che da trentotto anni giaceva a letto; incontrandolo nel Tempio, gli disse: "Eccoti già guarito! Non peccare più, affinché non ti avvenga di peggio!" (Gv 5, 14).
Altre volte la malattia può essere un atto della misericordia di Dio, affinché l'anima si distacchi dalle gioie terrene, si purifichi sempre più, scontando in terra anziché nel Purgatorio, ed affinché con sofferenze fisiche serva da parafulmine ai peccatori, implorando loro grazie. Quanti Santi ed anime privilegiate hanno trascorso la vita in tale stato d'immolazione!
La Chiesa chiama la Madonna: "Salus infirmorum" Salute degli infermi, ed esorta i fedeli a ricorrere a Lei per la salute del corpo.
Come potrebbe un padre di famiglia alimentare i figli, se non avesse la forza di lavorare? Come accudirebbe una madre ai lavori domestici, se non avesse discreta salute?
La Madonna, Madre di misericordia, è contenta di ottenere la sanità del corpo a coloro che la invocano con fede. Sono senza numero le persone che sperimentano la bontà della Vergine.
Partono i treni bianchi per Lourdes, si fanno pellegrinaggi ai santuari mariani, si tappezzano gli altari della Madonna di "cuori-voto"... tutto ciò dimostra l'efficacia del ricorso a Maria.
Nelle malattie, dunque, rivolgiamoci alla Regina del Cielo! Se sarà utile all'anima la salute del corpo, questa si otterrà; se sarà più utile spiritualmente la malattia, la Madonna otterrà la grazia della rassegnazione e la forza nel dolore.
Qualunque preghiera è efficace nei bisogni.
San Giovanni Bosco, apostolo della Vergine Ausiliatrice, raccomandava una novena particolare, con la quale si sono ottenute e si ottengono grazie prodigiose.

Ecco le norme di tale novena:
1. Recitare per nove giorni di seguito tre Pater, Ave e Gloria a Gesù Sacramentato, con la giaculatoria: - Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento! - recitare pure tre Salve Regina alla Beata Vergine, con l'invocazione: - Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis! -
2. Durante la novena accostarsi ai Santi Sacramenti della Confessione e della Comunione.
3. Per ottenere più facilmente le grazie, portare al collo la medaglietta della Vergine e promettere, secondo le possibilità, qualche offerta per il culto della Madonna.


ESEMPIO
Il Conte di Bonillan aveva la moglie gravemente ammalata di tubercolosi. La sofferente, dopo vari mesi passati a letto, era ridotta a tale debilitazione da pesare solo venticinque chilogrammi. I medici giudicavano inutile ogni rimedio.
Il Conte allora scrisse a Don Bosco, chiedendo preghiere per la consorte. La risposta fu: "Conduca l'ammalata a Torino". Il Conte scrisse dicendo che la sposa non poteva assolutamente fare il viaggio dalla Francia a Torino. E Don Bosco continuò ad insistere che si mettesse in viaggio.
L'ammalata giunse a Torino in penose condizioni. Il giorno seguente Don Bosco celebrò la Santa Messa all'altare della Madonna Ausiliatrice; erano presenti il Conte e la sposa.
La Vergine Santissima operò il miracolo: all'atto della Comunione l'ammalata si sentì perfettamente guarita. Mentre prima non aveva la forza di fare un passo, poté andare alla balaustra per comunicarsi; finita la Messa andò in sacrestia a parlare con Don Bosco e ritornò serenamente in Francia del tutto risanata.
La Madonna invocata con fede esaudì le preghiere di Don Bosco e della contessa. Il fatto avvenne nel 1886.


Fioretto
Recitare nove Gloria Patri, in onore dei Cori degli Angeli.


Giaculatoria
Maria, salute degli infermi,
benedici gli ammalati!



6° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


MADRE DEI POVERI
Il mondo va in cerca di piaceri e per procurarseli ha bisogno di denaro. Ci si affatica, si lotta, si calpesta anche la giustizia, pur di accumulare ricchezze.
Gesù insegna che i veri beni sono quelli celesti, perché eterni, e che la ricchezza di questo mondo è falsa e passeggera, fonte di preoccupazione e di responsabilità.
Gesù, ricchezza infinita, facendosi uomo, volle essere povero e volle che così fosse la sua Santa Madre ed il padre putativo, San Giuseppe.
Esclamò un giorno: "Guai a voi, o ricchi, perché avete già la vostra consolazione!" (S. Luca, VI, 24). "Beati voi, o poveri, perché è vostro il regno di Dio! Beati voi che ora siete bisognosi, perché sarete saziati!" (S. Luca, VI, 20).
I seguaci di Gesù dovrebbero apprezzare la povertà e, se avessero ricchezze, dovrebbero essere distaccati e servirsene in bene.
Quanti sprecano il denaro e quanti invece mancano del necessario! Ci sono poveri che non possono sfamarsi, non hanno abiti per coprirsi ed in caso di malattia non hanno i mezzi per curarsi.
La Madonna, come Gesù, ama questi poveri e vuole far loro da Madre; se pregata, viene in aiuto, servendosi della generosità dei buoni.
Anche quando non si è propriamente poveri, in certi periodi della vita ci si può trovare nelle ristrettezze, o per rovescio di fortuna o per mancanza di lavoro. Allora ricordiamo che la Madonna è la Madre dei bisognosi. La voce supplichevole dei figli penetra sempre nel cuore materno.
Quando si aspetta la provvidenza, non basta pregare la Madonna; bisogna vivere in grazia di Dio, se si vuole che Dio assista. A questo riguardo dice Gesù Cristo: "Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte le altre cose vi saranno date in più" (S. Matteo, VI, 33).
A conclusione di quanto si è detto, imparino i poveri a non vergognarsi del loro stato, perché rassomigliano di più alla Madonna, e a non scoraggiarsi nei bisogni, invocando con viva fede l'assistenza della Madre Celeste.
Imparino i ricchi ed i benestanti a non insuperbirsi e a non disprezzare i bisognosi; amino fare la carità, specialmente a coloro che non hanno il coraggio di stendere la mano; evitino le spese inutili, per avere più possibilità di aiutare il prossimo e ricordino che chi dà al povero, presta a Gesù Cristo e rende omaggio a Maria Santissima, Madre dei poveri.

ESEMPIO
Il Pallavicino nei suoi insigni scritti riporta un episodio, ove appare come la Madonna ami ed aiuti i poveri, quando le sono sinceramente devoti.
Un Sacerdote fu invitato a prestare gli ultimi conforti della Religione ad una moribonda. Andato in Chiesa e preso il Santo Viatico, s'incamminò verso l'abitazione dell'inferma. Quale non fu il suo dolore a vedere la povera donna in una misera stanzetta, priva di tutto, giacente sopra un po' di paglia!
L'agonizzante era stata molto devota della Madonna, aveva provata tante volte la sua protezione negli estremi bisogni ed ora in fine di vita le veniva elargita una grazia straordinaria.
Appena entrato il Sacerdote in questa abitazione, apparve un coro di vergini, le quali si disposero presso la morente per darle aiuto e conforto; in mezzo alle vergini c'era la Madonna.
A tanto spettacolo il Sacerdote non osò avvicinarsi alla moribonda; allora la Vergine Santissima gli volse uno sguardo benigno e s'inginocchiò, chinando la fronte sino a terra per adorare il suo Figlio Sacramentato. Fatto ciò, la Madonna e le altre vergini si alzarono e si ritirarono a parte per lasciare libero il passo al Sacerdote.
La donna chiese di confessarsi e dopo si comunicò. Quale gioia, quando spirata l'anima, poté andare al gaudio eterno in compagnia della Regina del Cielo!


Fioretto
Privarsi di qualche cosa, per amore della Madonna, e darla ai poverelli. Non potendo fare questo, almeno recitare cinque Salve Regina per coloro che si trovano in estremo bisogno.


Giaculatoria
Madre mia, fiducia mia!


7° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


MARIA CONFORTO DEI CARCERATI
Gesù Cristo, trovandosi nel Getsemani, fu preso dai suoi nemici, fu legato e trascinato davanti al tribunale.
Il Figlio di Dio, l'innocenza in persona, essere trattato come un malfattore! Gesù nella sua Passione riparò per tutti e riparò anche per i malfattori e per gli assassini.
Quelli che dovrebbero fare più compassione nella società, sono i carcerati; eppure o sono dimenticati o disprezzati. E' carità rivolgere il pensiero a tanti infelici, perché anch'essi sono figli di Dio e nostri fratelli e Gesù considera fatto a sé ciò che si fa ai detenuti.
Quante pene affliggono il cuore del carcerato: l'onore perduto, la privazione di libertà, il distacco dalle persone care, il rimorso del male operato, il pensiero dei bisogni della famiglia! Chi soffre non merita disprezzo, ma compassione!
Si dirà: - Hanno fatto il male e quindi lo paghino! - È vero che tanti sono abbruttiti nel vizio ed è meglio che stiano segregati dalla società; ma ci sono nelle prigioni anche degli innocenti, vittime della prepotenza; ci sono altri di buon cuore e che hanno commesso qualche reato in un momento di passione, di accecamento mentale. Bisognerebbe visitare qualche Casa Penale per rendersi conto delle sofferenze di questi infelici.
La Madonna è la Consolatrice degli afflitti e quindi è anche il conforto dei carcerati. Dall'alto dei Cieli guarda questi suoi figliuoli e li commisera, memore di quanto soffrì Gesù allorché fu imprigionato; prega per essi, affinché si ravvedano e ritornino a Dio come il buon ladrone; ripara per i loro delitti ed ottieni la grazia della rassegnazione.
La Vergine vede in ogni carcerato una anima redenta dal Sangue del suo Gesù ed un suo figlio adottivo, bisognosissimo di misericordia.
Se vogliamo far cosa gradita a Maria, offriamole qualche opera buona della giornata a vantaggio di coloro che stanno nelle prigioni; offriamo specialmente la Santa Messa; la Comunione e il Rosario.
La nostra preghiera otterrà la conversione a qualche assassino, riparerà certi misfatti, gioverà a far risplendere l'innocenza di qualche condannato e sarà un'opera di misericordia spirituale.
Nel buio della notte si vedono le stelle e così nel dolore la luce della fede. Nelle prigioni alberga il dolore e sono più facili le conversioni.

ESEMPIO
Nella Casa Penale di Noto, ove scontavano la pena circa cinquecento detenuti, si predicò un corso di Esercizi Spirituali.
Con quanta attenzione quegli infelici ascoltavano le prediche e quante lacrime brillavano su certi volti macilenti!
Chi era condannato per tutta la vita, chi per trent'anni e chi per minor tempo; ma tutti quei cuori erano feriti e cercavano balsamo, il vero balsamo della Religione.
A chiusura degli Esercizi, venti Sacerdoti si prestarono ad ascoltare le confessioni. Il Vescovo volle celebrare la Santa Messa ed avere così la gioia di dare Gesù ai carcerati. Era edificante il silenzio, ammirevole il raccoglimento. Commovente il momento della Comunione! Una massa di centinaia di condannati, con le mani giunte e gli occhi bassi, sfilava in ordine per ricevere Gesù. Sembravano dei veri Frati supplicanti.
I Sacerdoti e più che tutto il Vescovo godevano del frutto di quella predicazione.
Quante anime si possono redimere nelle prigioni, se c'è chi prega per loro!


Fioretto
Recitare il S. Rosario per coloro che stanno nelle prigioni.


Giaculatoria
Maria, Consolatrice degli, afflitti,
prega per i carcerati!



8° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


DEBELLATRICE DELLE ERESIE
Iddio, Eterna Verità, si è degnato parlare agli uomini per mezzo dei Profeti nei tempi antichi e poi per mezzo di Gesù Cristo. La Chiesa Cattolica, istituita divinamente, custodisce e trasmette inalterate alle umane generazioni tutte le verità rivelate da Dio.
I buoni credono, i cattivi non credono, perché le loro opere sono malvagie ed amano più le tenebre anziché la luce.
Coloro che negano o combattono le verità rivelate da Dio, sono detti eretici. La Vergine Santissima, Corredentrice del genere umano, non può restare indifferente davanti alla rovina di tali anime e vuol mostrarsi Madre pietosa. Quando la Madonna presentò Gesù al Tempio, il vecchio Simeone le profetizzò: "Questo Bambino è posto in rovina e in risurrezione di molti in Israele ed in segno al quale si contraddirà. Ed una spada trapasserà il tuo stesso cuore!" (S. Luca, II, 34).
Se gli eretici non si convertono, quel Gesù che negano o lottano, sarà la loro rovina, perché un giorno li condannerà al fuoco eterno. Il Cuore Immacolato di Maria, afflittissimo perché il Corpo Mistico di Gesù, la Chiesa, è dilaniato dagli eretici, viene in aiuto per abbattere le eresie e salvare i traviati. Quanti prodigi della bontà della Madonna registra la storia! Si ricordi l'eresia degli Albigesi, che fu debellata da San Domenico da Gusman, scelto dalla Vergine direttamente ed istruito sul mezzo della vittoria, cioè sulla recita del Rosario. Simile e più strepitosa fu la vittoria di Lepanto, ottenuta col Rosario, per cui l'Europa fu liberata dal pericolo della dottrina di Maometto.
Il grande pericolo che al presente minaccia l'umanità è il comunismo, dottrina atea e rivoluzionaria. La Russia ne è la maggiore vittima. E' necessario pregare la Regina del Cielo, trionfatrice delle eresie, affinché gli eretici presto ritornino alla Chiesa di Dio.

ESEMPIO
Nelle apparizioni di Fatima la Madonna disse a Lucia: Tu hai visto dove vengono precipitate le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Iddio vuole stabilire in tutto il mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Io verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato. -
Il messaggio di Fatima non si chiuse il 13 ottobre 1917. La Vergine apparve di nuovo a Lucia il 10 dicembre 1925. Il Bambino Gesù stava accanto alla Madonna, sollevato sopra una nube di luce. La Vergine teneva in mano un Cuore, circondato da acute spine. Per primo parlò a Lucia il Bambino Gesù: Abbi compassione del Cuore della tua Santissima Madre! Ecco è tutto coperto di spine, con le quali gli uomini ingrati lo trafiggono ogni momento e non v'è alcuno che rimuova qualche spina con un atto di riparazione. -
Poi la Madonna disse: Figlia mia, contempla il mio Cuore circondato dalle spine, con cui gli uomini ingrati continuamente lo trafiggono con le loro bestemmie ed ingratitudini. Tu almeno procura di consolarmi. -
Nel 1929 la Madonna riapparve alla sua confidente, chiedendo la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato e promettendo che, se la richiesta verrà accolta, "la Russia si convertirà e vi sarà pace!"
Il 31 ottobre 1942, Pio XII consacrava il mondo al Cuore Immacolato di Maria, con speciale menzione della Russia, che poi fu riconsacrata singolarmente nel 1952.
Si affretti il trionfo del Cuore Immacolato di Maria sul comunismo, con l'offerta quotidiana di preghiere e di sacrifici.


Fioretto
Ricevere la S. Comunione per la conversione degli eretici.


Giaculatoria
Madre di misericordia,
intercedi per gli eretici!



9° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


MARIA SALVEZZA DEGLI INFEDELI
Si legge nel Vangelo (San Matteo, XIII, 31): "Il regno dei Cieli è simile ad un granellino di senapa, che un uomo prese e seminò nella sua campagna. E' il più piccolo di tutti i semi degli alberi; ma quando è cresciuto, è il maggiore di tutti gli erbacei e diviene albero, cosicché gli uccelli dell'aria vengono e vi depongono i loro nidi".
La luce del Vangelo cominciò ad espandersi per mezzo degli Apostoli; partì dalla Galilea e deve estendersi sino agli ultimi confini della terra. Sono trascorsi circa duemila anni e la dottrina di Gesù Cristo non è penetrata ancora in tutto il mondo.
Gli infedeli, cioè i non battezzati, sono oggi cinque sesti dell'umanità; circa mezzo miliardo di anime gode del frutto della Redenzione; due miliardi e mezzo giacciono ancora nel buio del paganesimo.
Iddio intanto vuole che tutti si salvino; ma è disegno della Divina Sapienza che l'uomo cooperi alla salvezza dell'uomo. Bisogna dunque lavorare per la conversione degli infedeli.
La Madonna è Madre anche di questi miseri, riscattati a caro prezzo sul Calvario. Come può venire in loro aiuto? Supplica il Divin Figlio affinché sorgano le vocazioni missionarie. Ogni Missionario è un dono di Maria alla Chiesa di Gesù Cristo. Se si chiedesse a coloro che lavorano nella Missioni: Qual è la storia della vostra vocazione? - tutti risponderebbero: Ha avuto origine da Maria... in un giorno a Lei sacro... per un'ispirazione avuta pregando al suo altare... per una grazia prodigiosa ottenuta, come prova della vocazione missionaria... -
Domandiamo a Sacerdoti, a Suore ed a laici, che stanno nelle Missioni: Chi vi dà la forza, chi vi assiste nei pericoli, a chi affidate le vostre imprese apostoliche? - Tutti additano la Vergine Santissima. -
Ed il bene si fa! Ove prima regnava Satana, ora regna Gesù! Tanti pagani convertiti sono divenuti anche apostoli; esistono già i Seminari indigeni, ove tanti ogni anno ricevono l'Ordinazione Sacerdotale; c'è anche un buon numero di Vescovi indigeni.
Chi ama la Madonna, deve amare la conversione degli infedeli e fare qualche cosa affinché il regno di Dio venga nel mondo per mezzo di Maria.
Nelle nostre preghiere non tralasciamo il pensiero delle Missioni, anzi sarebbe lodevole destinare un giorno della settimana a tale scopo, ad esempio, il sabato.
Si prenda l'ottima abitudine di fare l'Ora Santa per gl'infedeli, per affrettarne la conversione e per rendere a Dio gli atti di adorazione e di ringraziamento che non gli rendono masse di creature. Quanta gloria si dà a Dio con un'Ora Santa diretta a tale fine!
Si offrano dei sacrifici al Signore, per le mani della Madonna, a vantaggio dei Missionari. Si imiti la condotta, di Santa Teresina, che con l'offerta generosa e costante di piccoli sacrifici, meritò d'essere dichiarata Patrona delle Missioni. Adveniat regnum tuum! Adveniat per Mariam!

ESEMPIO
Don Colbacchini, Missionario Salesiano, quando andò nel Matho Grosso (Brasile), ad evangelizzare una tribù quasi selvaggia, fece di tutto per cattivarsi l'amicizia del capo, il gran Cacico. Era questi il terrore della zona; teneva esposti in casa i crani di coloro che aveva ucciso ed aveva ai suoi ordini una squadra di selvaggi armati.
Il Missionario, con prudenza e carità, ottenne dopo qualche tempo che il gran Cacico mandasse i suoi due figlioletti alle istruzioni catechistiche, che si tenevano sotto un tendone assicurato agli alberi. Anche il padre in seguito ascoltava le istruzioni. Volendo Don Colbacchini rafforzarne l'amicizia, chiese al Cacico di permettergli di condurre alla città di San Paulo i due figliuoli, in occasione di una grande festa. Dapprima ci fu il rifiuto, ma dopo le insistenze e le rassicurazioni, il padre disse: - Ti affido i miei figli! Ma ricordati che se capiterà male a qualcuno, pagherai con la tua vita! -
Disgrazia volle che a San Paulo ci fosse un'epidemia, furono colpiti dal male i figli del Cacico e tutti e due morirono. Quando il Missionario dopo due mesi ritornò alla sua dimora, disse a se stesso: - La vita per me è finita! Appena comunicherò al capo della tribù la notizia della morte dei figli, sarò ucciso! -
Don Colbacchini si raccomandò alla Madonna, implorando la sua assistenza. Il Cacico, avuta la notizia, inferocì, si diede morsi alle mani, con dei rottami si aprì delle ferite al petto e si allontanò gridando: - Mi vedrai domani! - Mentre l'indomani il Missionario celebrava la S. Messa, il selvaggio entrò nella Cappella, si pose faccia a terra sul pavimento e non disse nulla. Finito il S. Sacrificio, si avvicinò al Missionario e l'abbracciò, dicendo: - Tu hai insegnato che Gesù perdonò ai suoi crocifissori. Io perdono anche a te!... Saremo sempre amici! - Affermava il Missionario che fu la Madonna a salvarlo da morte sicura.


Fioretto
Prima di mettersi a letto baciare il Crocifisso e dire: - Maria, se io morissi questa notte, fate che sia in grazia di Dio! -


Giaculatoria
Regina del Cielo,
benedici le Missioni!



10° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


MARIA SPERANZA DEI MORIBONDI
Si viene al mondo piangendo e si muore versando l'ultima lacrima; a buon diritto questa terra è chiamata valle di lacrime e luogo di esilio, dal quale tutti si deve partire.
Poche sono le gioie della vita presente e moltissime le pene; tutto ciò è provvidenziale, perché se non si soffrisse, ci si attaccherebbe troppo alla terra e non si aspirerebbe al Cielo.
La pena maggiore per ognuno è la morte, sia per i dolori del corpo, sia per il distacco da ogni affetto terreno e sia specialmente per il pensiero della comparsa davanti a Gesù Cristo Giudice. L'ora della morte, certa per tutti, ma incerta per il giorno, è l'ora più importante della vita, perché da essa dipende l'eternità.
Chi può venirci in aiuto in quei momenti supremi? Soltanto Dio e la Madonna.
La madre non abbandona i figli nel bisogno e più questo è grave, più intensifica le sue premure. La Madre Celeste, dispensatrice dei tesori divini, corre in aiuto della anime, specie se prossime a partire per l'eternità. La Chiesa, divinamente ispirata, nell'Ave Maria ha messo una supplica particolare: - Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte! -
Quante volte durante la vita si ripete questa preghiera! E la Madonna, Cuore delicatamente materno, può restare indifferente al grido dei suoi figli?
La Vergine sul Calvario assisteva il Figliuolo Gesù agonizzante; non parlava, ma contemplava e pregava. Quale Madre dei credenti in quei momenti volgeva lo sguardo anche alla moltitudine dei figli adottivi, che nel corso dei secoli si sarebbero trovati nell'agonia ed avrebbero implorato il suo soccorso.
Per noi la Madonna pregò sul Calvario e consoliamoci che sul letto di morte ci aiuterà. Ma facciamo di tutto per meritarci la sua assistenza.
Ogni giorno offriamole qualche atto di ossequio particolare, anche piccolo, come sarebbe la recita di tre Ave Maria, con la giaculatoria:
"Cara Madre Vergine Maria, fate che io salvi l'anima mia!"
Domandiamo spesso che ci liberi dalla morte improvvisa; che non ci colga la morte quando disgraziatamente fossimo in peccato mortale; che possiamo ricevere i Santi Sacramenti e non solo l'Estrema Unzione, ma specialmente il Viatico; che possiamo vincere gli assalti del demonio durante l'agonia, perché allora il nemico delle anime raddoppia la lotta; e che ci ottenga finalmente la serenità dello spirito, per morire nel bacio del Signore, pienamente conformati alla volontà di Dio. I devoti di Maria sogliono morire placidamente e qualche volta hanno la gioia di vedere sensibilmente la Regina del Cielo, che li conforta e li invita al gaudio eterno. Così spirava il fanciullo Domenico Savio, ora Santo, esclamando con gioia: Oh, che bella cosa io vedo!

ESEMPIO
San Vincenzo Ferreri fu chiamato d'urgenza presso un infermo assai grave, il quale rifiutava i Sacramenti.
Il Santo gli disse: - Non ti ostinare! Non dare a Gesù tanto dispiacere! Mettiti in grazia di Dio ed acquisterai la pace del cuore. - L'ammalato, ancora più arrabbiato, protestava di non volersi confessare.
San Vincenzo pensò di rivolgersi alla Madonna, sicuro di poter ottenere la buona morte a quell'infelice. Allora gli soggiunse: - Ebbene, tu dovrai confessarti a qualunque costo! -
Invitò tutti i presenti, familiari ed amici, a recitare il Rosario per l'infermo. Mentre si pregava, apparve presso il letto del peccatore la Vergine Santissima con Gesù Bambino, tutto cosparso di sangue.
Il moribondo non poté resistere a tale vista e gridò: - Signore, perdono... perdono! Voglio confessarmi! -
Tutti piangevano per la commozione. San Vincenzo poté confessarlo e dargli il Santo Viatico ed ebbe la gioia di vederlo spirare mentre baciava affettuosamente il Crocifisso.
Tra le mani del defunto fu posta la corona del Rosario, come segno del trionfo della Madonna.


Fioretto
Passare la giornata in particolare raccoglimento e pensare di tanto in tanto: - Se dovessi morire oggi, avrei la coscienza serena? Come vorrei trovarmi in punto di morte? -


Giaculatoria
Maria, Madre di misericordia,
pietà dei moribondi!



11° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


MARIA REGINA DEL PURGATORIO
Niente di macchiato può entrare in Cielo. Tutte le colpe devono essere riparate o in questa vita o nell'altra.
Il Purgatorio è l'anticamera del Paradiso; è lì che le anime si purificano da ogni resto di peccato. Si scontano sino all'ultimo centesimo tutti i peccati veniali ed anche quelli mortali, di cui si avesse avuta l'assoluzione. Le pene espiatrici sono atroci, come si rileva da certe apparizioni di trapassati.
La Madonna è Madre di misericordia di coloro che sono nel Purgatorio e, come è Regina del Paradiso, così è pure Regina di quel regno di dolore. Brama alleviare le pene di quelle anime ed affrettarne l'ingresso in Cielo. Di ogni anima ha premura, in modo particolare delle sue devote.
Nella storia di un'anima privilegiata si legge: - La misericordia di Dio mi trasportò misteriosamente in Purgatorio, affinché io soffrissi a veder soffrire e così riparare. Che pena a contemplare lo spasimo di una schiera sterminata di anime! Tutte erano rassegnatissime. All'improvviso uno splendore rischiarò quel luogo tenebroso; apparve la Regina del Cielo ammantata di gloria e tutte furono sollevate dalle loro pene; sembrava che nessuna più soffrisse. La Madonna prese con sé un'anima e la portò in Cielo. Io provai grande gioia, perché conoscevo quell'anima, avendola assistita in punto di morte. -
Come insegnano tanti Santi, la Vergine Santissima nelle sue feste libera dal Purgatorio un buon numero dei suoi devoti. San Pier Damiani, Dottore della Santa Chiesa, narra che la notte precedente la festa dell'Assunta, una moltitudine di persone andò nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, sul Campidoglio. Fu riconosciuta una certa Marozia, morta da un anno. Costei disse: - In occasione della festa dell'Assunzione la Regina del Cielo è discesa nel Purgatorio ed ha liberato me e moltissime altre anime, circa il numero della popolazione di Roma. -
Un dono particolare della Madonna ai suoi devoti è il Privilegio Sabatino, come fu rivelato a San Simone Stok. Chi usufruisce di questo privilegio, il primo sabato dopo la morte può essere liberato dal Purgatorio.
Le condizioni sono: Portare l'Abitino della Madonna del Carmine, ovvero la medaglietta, con devozione; recitare ogni giorno qualche preghiera, secondo l'indicazione del Confessore o del Sacerdote che impone l'Abitino; osservare bene la purezza, secondo il proprio stato.
A chi vuole onorare molto la Vergine, si raccomanda di fare l'Atto Eroico di carità, tanto caro a Maria. Si mettano nelle sue mani materne i meriti soddisfattori, affinché li applichi alle anime del Purgatorio, specialmente alle sue devote.
Quando preghiamo per i defunti, facciamo sempre particolare menzione dei devoti di Maria.

ESEMPIO
Santa Teresa d'Avila, mentre si disponeva un giorno a recitare il Rosario ad onore della Madonna, ebbe la visione del Purgatorio.
Vide quel luogo di espiazione sotto forma di un grande recinto, ove le anime soffrivano tra le fiamme.
Alla prima Ave Maria del Rosario, scorse un getto d'acqua, che dall'alto si riversava sul fuoco. In seguito, ad ogni Ave Maria appariva un nuovo getto d'acqua. Intanto le anime si refrigeravano ed avrebbero voluto che il Rosario si perpetuasse.
La Santa comprese allora la grande utilità della recita del Rosario.
In ogni famiglia si ricordino i morti; in ogni famiglia dovrebbe esserci la pratica del Rosario quotidiano.


Fioretto
Tutto il bene che si fa durante il giorno offrirlo per quell'anima del Purgatorio, che in vita fu più devota della Madonna.


Giaculatoria
Requiem aeternam dona eis, Domine!
Da', o Signore, il riposo eterno alle anime del Purgatorio!



12° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


MARIA MADRE DEI SACERDOTI
Non c'è sulla terra una dignità maggiore di quella del Sacerdote. L'opera di Gesù Cristo, l'evangelizzazione del mondo, è affidata al Sacerdote, il quale deve insegnare la legge di Dio, rigenerare le anime alla grazia, assolvere dai peccati, perpetuare la presenza reale di Gesù nel mondo con la Consacrazione Eucaristica ed assistere i fedeli dalla nascita alla morte.
Disse Gesù: "Come il Padre ha mandato me, così io mando voi" (S. Giovanni, XX, 21). "Non siete voi che mi avete scelto, ma io ho scelto voi e vi ho posto affinché andiate e portiate frutto ed il vostro frutto rimanga... Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se voi foste del mondo, il mondo vi amerebbe; ma poiché non siete del mondo, poiché da esso io vi ho scelto, a motivo di ciò vi odia" (S. Giovanni, XV, 16...). "Ecco che io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe" (S. Matteo, X, 16). "Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi, disprezza me" (S. Luca, X, 16).
Satana scatena la sua rabbia e gelosia più che tutto contro i Ministri di Dio, affinché le anime non si salvino.
Il Sacerdote, che quantunque elevato a sì alta dignità è sempre un misero figlio di Adamo, con le conseguenze della colpa originale, ha bisogno di aiuto e di assistenza particolare per compiere la sua missione. La Madonna conosce bene le necessità dei Ministri del suo Figliuolo e li ama di un amore eccezionale, chiamandoli nei messaggi "i miei prediletti"; ottiene a loro abbondanti grazie affinché salvino le anime e si santifichino; di loro si prende cura speciale, come faceva con gli Apostoli nei primi tempi della Chiesa.
Maria vede in ogni Sacerdote il suo Figliuolo Gesù e considera ogni anima sacerdotale come la pupilla dei suoi occhi. Sa bene a quali pericoli vadano incontro, specialmente ai nostri tempi, di quanta malvagità siano il bersaglio e quali insidie prepari loro Satana, volendo egli vagliarli come il frumento nell'aia. Però da Madre amorosa non abbandona i figli nella lotta e li custodisce sotto il suo manto.
Il Sacerdozio Cattolico, di origine divina, stia molto a cuore ai devoti della Madonna. Innanzi tutto si stimino e si amino i Sacerdoti, si ubbidiscano perché sono i portavoce di Gesù, si difendano contro le calunnie dei nemici di Dio, si preghi per loro.
D'ordinario la Giornata Sacerdotale è il giovedì, perché ricorda il giorno dell'istituzione del Sacerdozio; ma anche negli altri giorni si preghi per essi. Si raccomanda l'Ora Santa per i Sacerdoti. Scopo della preghiera sia la santificazione dei Ministri di Dio, perché se non sono santi non possono santificare gli altri. Inoltre si preghi affinché i tiepidi diventino fervorosi. Si supplichi Dio, per mezzo della Vergine, affinché sorgano le vocazioni sacerdotali. E' la preghiera che strappa le grazie ed attira i doni di Dio. E quale dono maggiore di un Sacerdote Santo? "Pregate il Padrone della messe, affinché mandi gli operai nella sua campagna" (San Matteo, IX, 38).
In questa preghiera si tengano presenti i Sacerdoti della propria Diocesi, i Seminaristi che si avviano all'Altare, il proprio Parroco ed il Confessore.

ESEMPIO
A nove anni una ragazzina fu colpita da strana malattia. I medici non ne trovavano il rimedio. Il padre si rivolse con fede alla Madonna delle Vittorie; le buone sorelle moltiplicarono le preghiere per la guarigione.
Di fronte al lettuccio dell'inferma c'era una piccola statua della Madonna, la quale si animò. Gli occhi della ragazzina s'incontrarono con gli occhi della Madre Celeste. Durò pochi istanti la visione, ma bastò a riportare la gioia in quella famiglia. Guarì la graziosa bambina e per tutta la vita portò il dolce ricordo della Madonna. Invitata a raccontare il fatto, si limitava a dire: - La Vergine Santissima mi guardò, poi sorrise... ed io guarii! -
La Madonna non volle che soccombesse quell'anima innocente, destinata a dare a Dio tanta gloria.
La ragazzina cresceva negli anni ed anche nell'amore di Dio e nello zelo. Volendo salvare molte anime, fu ispirata da Dio a dedicarsi al bene spirituale dei Sacerdoti. Così un giorno diceva: - Per salvare molte anime, ho stabilito di fare un negozio all'ingrosso: offro al buon Dio i miei piccoli atti di virtù, affinché aumenti la grazia nei Sacerdoti; più prego e mi sacrifico per loro, più anime convertono con il loro ministero... Ah, se potessi essere Sacerdote io! Gesù ha accontentato sempre i miei desideri; solo uno ne ha lasciato insoddisfatto: non potere avere un fratello Sacerdote! Ma io voglio divenire madre di Sacerdoti!... Voglio pregare molto per loro. Prima mi meravigliavo sentendo dire di pregare per i Ministri di Dio, dovendo essi pregare per i fedeli, ma in seguito compresi che anche loro abbisognano di preghiere! -
Tale delicato sentimento l'accompagnò sino alla morte e le attirò tante benedizioni da raggiungere i più alti gradi della perfezione.
La ragazzina miracolata fu Santa Teresa del Bambino Gesù.


Fioretto
Fare celebrare, o almeno ascoltare una Santa Messa per la santificazione dei Sacerdoti.


Giaculatoria
Regina degli Apostoli,
prega per noi!



13° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


ISPIRATRICE DI GENEROSITA'
Nella notte del Getsemani Gesù contemplò i dolori che l'attendevano durante la Passione e vide pure tutte le iniquità del mondo. Quanti peccati da riparare! Il suo Cuore ne restò oppresso e sudò Sangue, esclamando nel dolore: - L'anima mia è triste sino alla morte! -
Gli oltraggi che la Divina Bontà riceve ogni giorno, anzi in ogni ora, sono innumerevoli; la Divina Giustizia esige la riparazione.
Come la Veronica, che fu una perla sulla via del Calvario, asciugò il volto a Gesù e ne fu subito ripagata con un prodigio, così le anime pie possono consolare Gesù e la Madonna riparando per sé e per gli altri, coll'offrirsi quali vittime di riparazione. La riparazione non è un privilegio di poche anime, ma tutti i battezzati ne hanno il dovere, perché nessun figlio deve restare indifferente quando l'onore del Padre è oltraggiato.
Diceva Gesù ad un'anima, Suor Maria della Trinità: - È l'amore che ripara, poiché ciò che offende Dio nel peccato, è la mancanza di amore. Però, quando la sofferenza si unisce all'amore, si dà a Dio una vera riparazione. Desidero anime vittime dovunque: nel secolo e nel chiostro, in tutti gli uffici, in tutte le situazioni, nei campi e nelle officine, nelle scuole e nelle botteghe, nelle famiglie, nel commercio e nelle arti, tra le persone vergini e tra, le coniugate... Sì, io chiedo un'armata di vittime dovunque, perché dovunque il male è frammisto al bene. -
La Madonna, ispiratrice di nobili sentimenti, suscita nel cuore di tanti suoi devoti il desiderio di offrirsi generosamente alla vita di riparazione. Essa provò sul Calvario il gran peso del dolore e lo sostenne con fortezza eroica. Questa fortezza, chiesta alla Vergine durante la sofferenza, verrà accordata alle anime riparatrici. Gesù ha bisogno di chi ripari e non poche volte sceglie direttamente facendosi vedere e sentire da certe anime, che si sogliono chiamare privilegiate o vittime straordinarie.
Per renderci molto cari alla Vergine Santissima, consacriamoci a Gesù per mezzo di Lei, dedicando la nostra vita alla riparazione ordinaria, semplice, ma generosa.
C'è la riparazione attuale e consiste nell'offrire a Dio qualche opera buona, allorché ci accorgiamo che si commette un peccato. Si sente una bestemmia, si conosce uno scandalo, c'è in famiglia qualcuno che porta odio... si facciano degli atti di riparazione, secondo che Dio stesso ispira.
La riparazione abituale, che è la più eccellente, consiste nel fare solennemente, possibilmente col consiglio del Confessore e dopo un triduo o una novena di preparazione, l'offerta di tutta la vita a Dio per le mani di Maria Santissima, protestando di voler accettare con umile sottomissione le croci che Gesù avrà la bontà di mandare, intendendo con ciò riparare la Divina Giustizia ed ottenere la conversione di molti peccatori.
La Madonna predilige queste anime ardenti, le incoraggia a sempre maggiori atti di generosità, infonde una forza particolare nelle prove della vita ed ottiene loro da Gesù una pace profonda, intima e densa, da renderle felici anche tra le spine.
Che in questo mese di Maggio molti cuori si consacrino a Dio quali ostie riparatrici!

ESEMPIO
Una buona giovane, la cui gioia consisteva nell'amare Gesù e la Madonna, comprese che la sua vita era preziosa e che non conveniva impiegarla come tante altre coetanee. Dolente delle offese che si recano a Dio, afflitta per la rovina di tante anime peccatrici, sentì accendersi il cuore di una magnanima risoluzione. Prostrata ai piedi del Tabernacolo, così pregò: - Signore, quanti peccatori sono senza la tua luce! Se accetti, io ti dono la luce dei miei occhi; sono disposta a restare cieca, purché tu resti riparato di tante offese e converta molti peccatori! -
Gesù e la Vergine gradirono l'eroica offerta. Non trascorse molto tempo e la giovane avvertì un abbassamento di vista, finché rimase del tutto cieca. Così trascorse tutta la vita, per più di quarant'anni.
Quando i genitori, ignari dell'offerta della figlia, le proposero di andare a Lourdes per ottenere il miracolo dalla Madonna, la buona signorina sorrise... e non disse altro. Quanti peccatori avrà salvato quest'anima!
Ma Gesù e sua Madre non si lasciarono vincere in generosità. Ricolmarono quel cuore di tanta gioia spirituale, da renderle dolce l'esilio di questa terra. Faceva piacere il guardarla con l'abituale sorriso.
Se non si può imitare l'eroismo di questa donna, almeno la si imiti con l'offrire a Dio molti piccoli atti di riparazione.


Fioretto
Offrire durante il giorno, espressamente, i sacrifici, le contrarietà e le preghiere per riparare i peccati che oggi si fanno nel mondo.


Giaculatoria
Santa Madre, deh, Voi fate che le Piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore!


14° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


VITTORIA SUL MONDO
Nell'atto di ricevere il Santo Battesimo si fanno delle rinunzie; si rinunzia al mondo, alla carne ed al demonio.
Il primo nemico dell'anima è il mondo, cioè l'insieme delle massime e delle dottrine contrarie alla retta ragione e agli insegnamenti di Gesù. Tutto il mondo è posto sotto il potere di Satana e vi domina la cupidigia delle ricchezze, l'orgoglio della vita e l'impurità.
Gesù Cristo è nemico del mondo e nell'ultima preghiera che innalzò al Divin Padre prima della Passione, disse: "Io non prego per il mondo!" (S. Giovanni, XVII, 9). Non dobbiamo perciò amare il mondo, né le cose che sono nel mondo.
Contempliamo la condotta dei mondani! Costoro non si curano dell'anima, ma solo del corpo e delle cose temporali. Non pensano ai beni spirituali, ai tesori della vita futura, ma vanno a caccia di piaceri e sono sempre irrequieti nel cuore, perché cercano la felicità e non possono trovarla. Sono simili ai febbricitanti, assetati, avidi di una goccia d'acqua e vanno da piacere a piacere.
Essendo i mondani sotto il dominio dei demoni impuri, là corrono ove possono accarezzare le perfide passioni; i cinema, i veglioni, i ritrovi, le danze, le spiagge, i passeggi in abito immodesto... tutto ciò costituisce il fine della loro vita.
Gesù Cristo invece invita dolcemente a seguirlo: "Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua!... Che cosa infatti giova all'uomo se guadagnerà tutto il mondo e poi perderà l'anima sua?" (San Matteo, XVI, 24).
Nostro Signore promette il Paradiso, l'eterna felicità, ma a coloro che fanno dei sacrifici, lottando contro le attrattive del mondo perverso.
Se il mondo è nemico di Gesù, lo è anche della Madonna, e chi coltiva la devozione alla Vergine, deve odiare la condotta dei mondani. Non si può servire a due padroni, cioè vivere la vita cristiana e seguire l'andazzo del mondo. Purtroppo c'è chi s'illude; ma con Dio non si scherza!
Non è raro trovare una persona in Chiesa al mattino e vederla poi alla sera, in abito poco decente, in una sala da ballo, in braccio a mondani. Si riscontrano anime, che si comunicano in onore della Madonna e nella serata non sanno rinunziare ad uno spettacolo, ove la purezza è tanto in pericolo.
C'è chi recita il Santo Rosario e canta le lodi della Vergine e poi in una conversazione con i mondani prende scioccamente parte a discorsi liberi... che fanno arrossire. Costoro vorrebbero essere devoti della Madonna e nello stesso tempo seguire la vita del mondo. Povere anime cieche! Non si distaccano dal mondo per timore della critica altrui e non hanno timore dei divini giudizi!
Il mondo ama le comparse, le vanità, gli spettacoli; ma chi vuol onorare Maria, deve imitarla nella ritiratezza e nell'umiltà; sono queste le virtù cristiane assai care alla Madonna.
Per riuscire vittoriosi sul mondo, è necessario disprezzare la sua stima e vincere il rispetto umano.

ESEMPIO
Un soldato, di nome Belsoggiorno, recitava ogni giorno sette Pater e sette Ave Maria in onore delle sette allegrezze e dei sette dolori della Madonna. Se lungo il giorno, gli mancava il tempo, faceva questa preghiera prima di coricarsi. Avvenendo di dimenticarla, se si ricordava durante il riposo, si alzava e rendeva alla Vergine l'atto di ossequio. Naturalmente i compagni lo deridevano. Belsoggiorno se ne rideva della critica ed amava più piacere alla Madonna anziché ai compagni.
In un giorno di battaglia il nostro soldato si trovava nella prima linea, in attesa del segnale dell'attacco. Si ricordò di non aver detto la solita preghiera; si segnò allora con la croce e, stando in ginocchio, la recitò, mentre i soldati che gli stavano vicino lo deridevano.
Si attaccò la battaglia, che fu sanguinosa. Quale non fu la meraviglia di Belsoggiorno quando, terminata la lotta, vide coloro che l'avevano burlato per la preghiera, stesi a terra cadaveri! Lui invece era rimasto illeso; nel resto della guerra la Madonna lo assistette in modo che non riportasse mai alcuna ferita.


Fioretto
Distruggere i libri cattivi, le riviste pericolose e le immagini poco modeste, che si avessero in casa.


Giaculatoria
Mater purissima,
ora pro nobis!



15°GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


DOMINIO SUL CORPO
Il secondo nemico spirituale è la carne, cioè il nostro corpo, ed è temibile perché è sempre con noi e può tentarci di giorno e di notte. Chi non avverte la ribellione del corpo contro l'anima? Questa lotta ha avuto principio dopo il peccato originale, ma prima non era così.
I sensi del corpo sono come tanti cani affamati, insaziabili; chiedono sempre; più ad essi si dà e più domandano. Chi vuole salvare l'anima, deve conservare il dominio sul corpo, cioè con la forza della volontà deve tenere a freno le voglie cattive, regolare tutto con la retta ragione, dando ai sensi solo ciò che è necessario e negando il superfluo, specialmente ciò che è illecito. Guai a chi si lascia dominare dal corpo e diviene schiavo delle passioni!
La Madonna, per singolare privilegio, ebbe un corpo verginale, poiché fu esente dalla colpa originale, e conservò sempre la perfetta armonia con il suo spirito.
I devoti della Vergine, se vogliono essere tali, devono sforzarsi di custodire immacolato il corpo; per riuscire vittoriosi nella quotidiana lotta dei sensi, invochino l'aiuto della Madre di misericordia. Non è possibile questa vittoria con le sole forze umane.
Come il giumento irrequieto ha bisogno della sferza e degli speroni, così il nostro corpo ha bisogno della verga della mortificazione. Mortificazione significa negare ai sensi non solamente ciò che Dio proibisce, ma anche certe cose lecite, non necessarie. Ogni piccola mortificazione o rinunzia contribuisce al nostro perfezionamento spirituale, ci premunisce contro le vergognose cadute morali ed è un atto di ossequio alla Regina del Cielo, amante della purezza del nostro corpo. È proprio dei devoti di Maria lo spirito di rinunzia.
In pratica, sforziamoci di coltivare la temperanza, evitando l'esagerazione nel mangiare e nel bere, negando alla gola tante ricercatezze e privandoci di qualche cosa. Quanti devoti della Madonna fanno digiuno al sabato, ovvero si astengono dal mangiare frutta fresca o dolci, oppure si limitano nel bere! Queste piccole rinunzie si offrano a Maria quali fiori profumati.
La custodia degli occhi e anche dell'udito e dell'odorato è indice di dominio sul nostro corpo. Più che tutto è necessaria la mortificazione del tatto, evitando ogni libertà con sé e con gli altri.
Le mortificazioni non fanno male alla salute, anzi la conservano. Sono i vizi e le intemperanze le cause della maggior parte delle malattie. I Santi più penitenti sono vissuti sino a tarda età; per convincersene, basta leggere la vita di Sant'Antonio Abate e di San Paolo, primo eremita.
In conclusione, pur considerando il nostro corpo come nemico spirituale, dobbiamo rispettarlo come vaso sacro, convinti che merita più rispetto del calice della Messa, perché, come questo, non solo trattiene il Sangue ed il Corpo di Gesù, ma se ne nutre con la Santa Comunione.
Sul nostro corpo ci sia sempre l'immaginetta della Madonna, medaglietta o abitino, che sia perenne richiamo della nostra figliolanza a Maria.
Procuriamo di essere giusti con noi stessi, cioè avere più cura della nostra anima che non del nostro corpo. Quante sollecitudini per questa carne, che dovrà terminare nella tomba!

ESEMPIO
Il Padre Ségneri, nel suo libro «Il Cristiano istruito», riferisce che andò a confessarsi, a Roma, dal Padre Zucchi, un giovane carico di peccati contro la purezza. Il Confessore gli disse che solo la devozione alla Madonna avrebbe potuto liberarlo dalla cattiva abitudine; gli diede per penitenza: mattino e sera, nell'alzarsi e nel porsi a letto, recitare attentamente un'Ave Maria alla Vergine, offrendole gli occhi, le mani e tutto il corpo, con preghiera di custodirlo come cosa sua, e poi baciare tre volte la terra.
Il giovane con questa pratica cominciò a correggersi. Passati parecchi anni, dopo essere stato in giro per il mondo, volle incontrarsi a Roma con il suo antico Confessore e gli confidò che da anni non cadeva più in peccato contro la purezza, poiché la Madonna con quella piccola devozione gli aveva ottenuta la grazia.
Padre Zucchi in una predica raccontò il fatto. Lo ascoltava un capitano, che da molti anni aveva una cattiva pratica; propose anche egli di seguire quella devozione, per liberarsi dall'orribile catena del peccato. Riuscì a correggersi e cambiò vita. Ma dopo sei mesi egli, scioccamente fidandosi delle sue forze, volle andare a visitare l'antica casa pericolosa, proponendosi di non peccare.
Nell'accostarsi alla porta della casa ove correva pericolo di offendere Dio, si sentì da una forza invisibile respingere indietro e si trovò tanto lontano dalla casa quanto era lunga quella strada e, senza sapere come, si trovò vicino alla propria abitazione.
Il capitano riconobbe la evidente protezione della Madonna.


Fioretto
Rispettare il proprio corpo ed il corpo altrui, come vaso sacro e Tempio dello Spirito Santo.


Giaculatoria
O Maria, ti consacro il corpo e l'anima mia!


16° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


IL SERPENTE INFERNALE
Se è necessaria la protezione della Madonna per vincere le attrattive del mondo e superare le lotte dure ed insistenti del corpo, molto più si richiede per lottare contro il demonio, che è il più astuto dei nostri nemici. Cacciato dal Paradiso, perdette l'amicizia di Dio, ma conservò l'intelligenza, che è di gran lunga superiore a quella umana; divorato dall'odio verso Dio che l'ha punito, arde di gelosia verso la creatura umana, destinata all'eterna felicità. Mette in atto la sua malvagità, adoperando ogni insidia per indurre al peccato, per non fare riacquistare la Grazia di Dio e lasciar morire nell'impenitenza.
La Santa Chiesa, che conosce ciò, ha messo nelle preghiere liturgiche questa invocazione: «Ab insidiis diaboli, libera nos Domine!» Liberaci, o Signore, dalle insidie del diavolo!
La Sacra Scrittura ci presenta il nemico infernale come un leone inferocito: «Fratelli, siate sobri e state vigilanti, perché il vostro nemico, il diavolo, come un leone ruggente va in giro cercando qualcuno per divorarlo; resistetegli restando forti nella fede!» (San Pietro I, V, 8-9).
Sotto forma di serpente, Satana tentò Adamo ed Eva e riuscì vittorioso. Per ingannarli, si servì di una menzogna: «Se mangerete di questo frutto, diverrete simili a Dio!» (Genesi, III, 5). In realtà il demonio è il padre della menzogna e ci vuole accortezza per non cadere nei suoi lacci.
Il demonio tenta tutti, anche i buoni, anzi specialmente costoro. È utile conoscere le sue insidie per liberarsene.
Si contenta di ottenere poco da un'anima; poi domanda di più, la porta sull'orlo del precipizio, dà un assalto più forte... e l'anima cade in peccato mortale.
Dice: «Pecca! Dopo ti confesserai!... Dio è misericordioso!... Nessuno ti vede!... Quanti peccano più di te!... Nell'ultimo periodo della vita ti darai sul serio a Dio; ora pensa a godere!»
Rallenta o taglia i canali, per i quali all'anima viene la forza: Confessioni e Comunioni rare... senza frutto; preghiera ridotta o del tutto omessa; noia della meditazione e della buona lettura; trascuratezza nell'esame di coscienza... Più diminuisce la forza dell'anima e più aumenta quella del demonio.
Negli assalti non si stanca; tenta da solo; se non riesce, chiama altri sette demoni peggiori di lui e riprende la lotta. Conosce il temperamento ed il lato debole della vita spirituale di ognuno. Sa che il corpo è inclinato al male e ne sobilla le passioni, prima con i pensieri e le immaginazioni e poi con i desideri e gli atti cattivi. Insensibilmente porta l'anima nella pericolosa occasione, dicendo: «In questo sguardo, in questa libertà, in quest'incontro... non c'è niente di male, al massimo c'è la venialità...» Al momento opportuno intensifica l'assalto ed ecco la rovina di quell'anima.
Satana cerca di trionfare attaccando il cuore; quando riesce a legare con affetti peccaminosi, facilmente canta vittoria.
Chi può darci gli aiuti contro le insidie del demonio? Maria! Dio disse al serpente infernale: «Una Donna schiaccerà il tuo capo!» (Genesi, III, 15). La Madonna è il terrore dell'inferno. Satana la teme e la odia, prima di tutto perché ha cooperato alla Redenzione ed inoltre perché può salvare coloro che a Lei ricorrono.
Come il bambino atterrito alla vista di un serpente, chiama gridando la mamma, così noi nelle tentazioni, chiamiamo Maria, che di certo verrà in aiuto. Prendiamo la Corona del Rosario, baciamola con fede, preferiamo voler morire anziché cedere all'insidia del nemico.
E’ anche molto potente ed efficace questa invocazione, quando il demonio assale: «Scenda, Signore, il tuo Sangue sopra di me per fortificarmi e sul demonio per abbatterlo!» Si ripeta attentamente finché dura la tentazione e se ne vedrà la grande efficacia.

ESEMPIO
San Giovanni Bosco ebbe una visione, che poi raccontò ai suoi giovani. Vide in un prato un serpentaccio, lungo sette o otto metri e di una grossezza straordinaria. Inorridì a tale vista e voleva fuggire; ma un personaggio misterioso, che soleva guidarlo nelle visioni, gli disse: «Non fugga; venga qui ed osservi!»
Andò la guida a prendere una corda e disse a Don Bosco: «Tenga questa corda per un capo, ma strettamente.» Egli poi passò dall'altra parte del serpente, sollevò la corda e con questa diede una sferzata sulla schiena della bestiaccia. Il serpente fece un salto, volgendo la testa per mordere, ma s'impiglio di più. I capi della corda furono poi legati ad un albero e ad una inferriata. Frattanto il serpente si dimenava e dava tali colpi in terra con la testa e con le spire, che lacerava le sue carni. Così continuò finché morì e rimase solo lo scheletro.
Il personaggio misterioso raccolse la corda, ne fece un gomitolo e la pose in una cassetta; dopo riaprì la cassetta ed invitò Don Bosco a guardare. La corda si era disposta in modo da formare le parole «Ave Maria». - Veda, gli disse, il serpente raffigura il demonio e la corda l'Ave Maria o piuttosto raffigura il Rosario, che è una continuazione di Ave
Maria. Con questa preghiera si possono battere, vincere e distruggere tutti i demoni dell'inferno. -


Fioretto
Allontanare subito dalla mente i pensieri non buoni, che il demonio suole suscitare.


Giaculatoria
O Gesù, per la tua coronazione di spine,
perdona i miei peccati di pensiero!


17° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


MADRE DELLA PERSEVERANZA
Nel Vangelo è detto: «Chi avrà perseverato sino alla fine, questi sarà salvo!» (S. Matteo, XXIV, 13).
Il Signore non richiede solamente i principi della buona vita, ma la fine, e darà il premio a chi avrà perseverato. Giustamente la perseveranza è chiamata la porta del Cielo.
La volontà umana è debole; ora detesta il peccato e più tardi lo commette; un giorno decide di mutare vita e l'indomani riprende le cattive abitudini. Il perseverare senza cadute o rallentamenti è una grazia di Dio che si deve chiedere con insistenza nella preghiera; senza di ciò ci si mette in pericolo di dannarsi.
Quanti, da fanciulli, erano angioletti e poi in gioventù sono divenuti diavoli ed hanno continuato la cattiva vita sino alla morte!
Quante fanciulle e signorine pie ed esemplari, in un certo periodo della vita, a motivo di una cattiva occasione, si sono date al peccato e poi sono morte nell'impenitenza!
Il peccato che porta all'impenitenza finale è l'impurità, perché questo vizio toglie il gusto delle cose spirituali, a poco a poco fa perdere la fede, lega talmente che non fa distaccare più dal male e spesso porta ai sacrilegi della Confessione e della Comunione.
Dice Sant'Alfonso: - A chi ha avuto l'abitudine del vizio impuro, non basta il fuggire le occasioni prossime, più pericolose, ma egli deve tenere lontane anche le occasioni remote, evitando quei saluti, quei regali, quei biglietti e simili... (S. Alfonso - Apparecchio alla morte). «La nostra fortezza, dice il Profeta Isaia, è come la fortezza della stoppa posta nella fiamma» (Isaia, I, 31). Chi si mette nel pericolo con la speranza di non peccare, è come quel pazzo che pretendesse di camminare sul fuoco senza bruciarsi.
Si riferisce nelle storie ecclesiastiche, che una santa matrona compiva il pietoso ufficio di seppellire i Martiri della fede. Una volta ne trovò uno che ancora non era spirato e lo portò a casa sua. Quel tale guarì. Ma cosa avvenne? Con l'occasione vicina queste due sante persone (come allora potevano chiamarsi) a poco a poco perdettero anche la fede.
Chi può essere sicuro di sé, quando si pensa alla fine misera del re Saul, di Salomone e di Tertulliano?
L'ancora di salvezza per tutti è la Madonna, Madre della perseveranza. Nella vita di Santa Brigida si legge che un giorno questa Santa udì Gesù che così parlava alla Vergine Santissima: «Madre mia, chiedimi quanto vuoi, poiché qualunque tua domanda non può che essere esaudita. Niente tu, o Madre, mi hai negato vivendo sulla terra e niente ti nego ora io essendo in Cielo.»
Ed alla stessa Santa disse la Madonna: «Io son chiamata la Madre della misericordia e tale io sono perché tale mi ha fatta la Divina Misericordia.»
Alla Regina del Cielo dunque domandiamo la grazia della perseveranza e chiediamola specialmente durante la Consacrazione, nella Santa Messa, recitando un'Ave Maria con fede.

ESEMPIO
Si riporta un fatto, assai significativo. Mentre un Sacerdote confessava in una Chiesa, vide prendere posto, a qualche passo dal confessionale, un giovanotto; pareva che volesse e non volesse confessarsi; dal volto appariva la sua inquietudine.
Il Sacerdote in un dato momento lo chiamò: - Vuoi confessarti? - Ebbene... mi confesso! Però la mia confessione sarà lunga. - Vieni con me in una stanzetta solitaria. -
Finita la confessione, il penitente disse: - Quanto ho confessato, lei può dirlo anche dal pulpito. Racconti a tutti la misericordia della Madonna verso di me. -
Il giovanotto così iniziò la sua accusa: - Credo che Dio non mi perdonerà i miei peccati!!! Oltre agli innumerevoli peccati di disonestà, più per dispetto a Dio che per soddisfazione, ho buttato un Crocifisso per disprezzo ed odio. Più volte mi sono comunicato col sacrilegio ed ho calpestato la Sacra Particola. -
Narrò poi che passando davanti a quella Chiesa, aveva sentito un grande impulso ad entrarvi e non potendo resistere vi era entrato; aveva avvertito, stando in Chiesa, un grande rimorso di coscienza con una certa volontà di confessarsi e per questo si era avvicinato al confessionale. Il Sacerdote, meravigliato di questa strepitosa conversione, chiese: - Hai avuto in questo periodo qualche devozione verso la Madonna? - No, Padre! Io pensavo di essere dannato. - Eppure, qui deve esserci la mano della Madonna! Pensa meglio, cerca di ricordarti se hai fatto qualche atto di ossequio alla Vergine Santissima. Tieni addosso qualche cosa di sacro? - Il giovane scopri il petto e mostrò l'Abitino della Madonna Addolorata. - Oh, figlio! Non vedi che è stata la Madonna a farti la grazia? La Chiesa, ove sei entrato, è dedicata alla Vergine. Ama questa buona Mamma, ringraziala e non tornare a peccare più! -


Fioretto
Scegliere un'opera buona, da fare ogni sabato, affinché la Madonna ci aiuti a perseverare nel bene sino alla fine della vita.


Giaculatoria
Maria, Madre della perseveranza,
mi chiudo nel vostro Cuore!


18° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


LA PREGHIERA
È dovere di ogni anima sollevare la mente ed il cuore a Dio, per adorarlo, per benedirlo e per ringraziarlo.
In questa valle di lacrime la preghiera è uno dei più grandi conforti che possiamo avere. Iddio ci esorta con insistenza a pregare: «Domandate e vi sarà dato» (S. Giovanni, XVI, 24). «Pregate, affinché non entriate in tentazione» (San Luca, XXII, 40). «Pregate senza interruzione» (I Tessalonicesi, V, 17).
I Dottori della Santa Chiesa insegnano che la preghiera è un mezzo senza del quale non si possono ottenere gli aiuti per salvarsi. «Chi prega, si salva, chi non prega, si danna, anzi non è necessario che il demonio lo trascini all'inferno; lui stesso ci va con i suoi piedi» (S. Alfonso).
Se quello che si domanda a Dio nella preghiera è utile all'anima, si ottiene; se non e utile, si otterrà qualche altra grazia, forse superiore a quella richiesta.
Perché la preghiera sia efficace, deve essere fatta per utilità dell'anima ed anche con molta umiltà e grande fiducia; l'anima che si rivolge a Dio sia in stato di grazia, cioè distaccata dal peccato, particolarmente dall'odio e dall'impurità.
Molti non chiedono altro che, grazie temporali, mentre le più utili e quelle che Dio concede più volentieri sono le spirituali.
D'ordinario c'è una lacuna nella preghiera; si sogliono chiedere solamente grazie. Si deve pregare anche per altri fini: per adorare la Divinità, per benedirla, per ringraziarla, sia per noi che per coloro che trascurano di fare ciò. Affinché la preghiera sia più accetta a Dio, si presenti per le mani di Maria, la più degna al trono dell'Altissimo. Preghiamo spesso la potente Regina e non resteremo confusi. Recitiamo sovente l'Ave Maria, prima e dopo del cibo e del lavoro, intraprendendo qualche affare d'importanza o mettendoci in viaggio. Mattino, mezzogiorno e sera salutiamo la Vergine con l'Angelus Domini e non passi giorno senza offrire alla Madonna la recita del Rosario. È anche preghiera il canto devoto e Maria gradisce le lodi che si cantano in suo onore.
Oltre la preghiera vocale, c'è quella mentale, che si chiama meditazione, e consiste nel riflettere sulle grandi verità che Dio ci ha rivelate. La Madonna, come insegna il Vangelo, meditava nel suo cuore le parole che diceva Gesù; imitiamola.
La meditazione non è solo un dovere di poche anime che tendono alla perfezione, ma è un dovere di tutti coloro che vogliono stare lontani dal peccato: «Ricordati dei tuoi novissimi e non peccherai in eterno!» (Eccl, VII, 36).
Si pensi perciò che si ha da morire e lasciare tutto, che si andrà a marcire sotto la terra, che dovrà rendersi conto a Dio di tutto, anche delle parole e dei pensieri, e che ci attende un'altra vita.
In ossequio alla Madonna promettiamo di fare ogni giorno un poco di meditazione; se non possiamo disporre di molto tempo, impieghiamoci almeno un po' di minuti. Scegliamo quel libro, che giudichiamo più utile all'anima nostra. Chi manca di libro, impari a meditare sul Crocifisso e sulla Vergine Addolorata.

ESEMPIO
Un Sacerdote, a motivo del sacro Ministero, visitò una famiglia. Una vecchietta, sugli ottant'anni, l'accolse rispettosamente e gli manifestò il desiderio di compiere un'opera di beneficenza.
- Sono avanzata negli anni; non ho eredi; sono nubile; vorrei aiutare i giovani poveri, che si sentono chiamati al Sacerdozio. Sono contenta io ed anche mia sorella. Se permette, vado a chiamarla. -
La sorella, di novantuno anni, serena ed arzilla, con perfetta lucidità di mente, intrattenne il Sacerdote in lungo ed interessante colloquio: - Reverendo, lei confessa?
- Tutti i giorni.
- Non tralasci mai di dire ai penitenti che facciano ogni giorno la meditazione! Quando ero giovane, tutte le volte che mi presentavo al confessionale, il Sacerdote mi diceva: - Hai fatta la meditazione? - E mi rimproverava se qualche volta avveniva di ometterla.
- Un secolo fa, rispose il Sacerdote, s'insisteva sulla meditazione; ma oggi se si ottiene da tante anime che vadano a Messa la domenica, che non si diano ai divertimenti immorali, che non diano scandalo... è già troppo! Prima c'era più meditazione e per conseguenza più rettitudine e più moralità; oggi c'è poca o nessuna meditazione e le anime vanno di male in peggio! -


Fioretto
Fare un po' di meditazione, possibilmente sulla Passione di Gesù e sui dolori della Madonna.


Giaculatoria
Ti offro, Vergine Santa,
il mio passato, il mio presente ed il mio avvenire!


19° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


IL SANTO SACRIFICIO
La Madonna giunse sul Calvario assieme a Gesù; assistette alla crudele crocifissione e, quando il suo Divin Figlio pendeva dalla Croce, non si allontanò da Lui. Per circa sei ore Gesù rimase inchiodato e per tutto questo tempo Maria prese viva parte al solenne sacrificio che si compiva. Il Figlio agonizzava tra gli spasimi e la Madre agonizzava con Lui nel suo cuore.
Il Sacrificio della Croce si rinnova, misteriosamente, ogni giorno sull'Altare con la celebrazione della Messa; sul Calvario il sacrificio fu cruento, sull'Altare è incruento, ma è del tutto identico.
L'atto più solenne di culto che dall'umanità possa rendersi all'Eterno Padre, è il Sacrificio della Messa.
Coi nostri peccati irritiamo la Divina Giustizia e provochiamo i suoi castighi; ma grazie alla Messa, in tutti gl'istanti della giornata ed in tutti i punti del globo, umiliandosi Gesù sugli Altari sino ad una incredibile immolazione, offrendo le sue sofferenze del Calvario, presenta al Divin Padre un magnifico compenso ed una sovrabbondante soddisfazione. Tutte le sue Piaghe, come altrettante bocche divinamente eloquenti, esclamano: «Padre, perdona loro!» domandando misericordia.
Apprezziamo il tesoro della Messa! Chi trascura di assistervi nel giorno festivo, senza una grave ragione scusante, commette un peccato grave. E quanti peccano nelle feste tralasciando colpevolmente la Messa! Son lodevoli coloro che, per riparare il bene omesso dagli altri, ascoltano nella festa, se possono, una seconda Messa e se non è possibile far ciò di festa, suppliscono con l'ascoltarla durante la settimana. Si diffonda questa bella iniziativa!
I devoti della Madonna, d'ordinario, assistono al Santo Sacrificio tutti i giorni. Si ravvivi la fede, per non perdere facilmente un sì gran tesoro. Quando si sentono i tocchi della Messa, si faccia di tutto per andare ad ascoltarla; il tempo che vi s'impiega non si perde, anzi è il meglio utilizzato. Se non si può andare, si assista in spirito, offrendola a Dio e stando un po' raccolti.
Nel libro «Pratica di amare Gesù Cristo» c'è un ottimo suggerimento:
Dire al mattino: «Eterno Padre, vi offro tutte le Messe che si celebreranno questo giorno nel mondo!»
Dire alla sera: «Eterno Padre, vi offro tutte le Messe che si celebreranno questa notte nel mondo!»
Anche nella notte si compie il Santo Sacrificio, perché mentre è notte in una parte del globo, nell'altra è giorno. Da confidenze fatte dalla Madonna ad anime privilegiate, si rileva che la Vergine ha le sue intenzioni, come le ha Gesù nell'immolarsi sugli Altari, ed è contenta che si facciano celebrare delle Messe secondo le sue intenzioni materne. In vista di ciò, una buona schiera di anime offre già alla Madonna un tanto gradito omaggio.
Assistere alla Messa, ma assistervi come si deve!
La Vergine, mentre Gesù si offriva sul Calvario, stava silenziosa, meditava e pregava. Si imiti la condotta della Madonna! Durante il Santo Sacrificio si stia raccolti, non si chiacchieri, si mediti con serietà il sublime atto di culto che si rende a Dio. Per taluni sarebbe meglio non andare a Messa, perché è più il disturbo che apportano ed il cattivo esempio che danno, anziché il frutto.
San Leonardo da Porto Maurizio consigliava di assistere alla Messa dividendola in tre parti: rossa, nera e bianca. La parte rossa è la Passione di Gesù Cristo: meditare le sofferenze di Gesù, sino alla Elevazione. La parte nera raffigura i peccati: richiamare alla memoria le colpe passate ed eccitarsi al dolore, perché i peccati sono la causa della Passione di Gesù; e questo sino alla Comunione. La parte bianca sarebbe il proponimento di non peccare più, protestando di fuggire anche le occasioni; e ciò può farsi dalla Comunione alla fine della Messa.

ESEMPIO
L'apostolo della gioventù, San Giovanni Bosco, racconta che in una visione assistette al lavorio che fanno i demoni durante la celebrazione della Messa. Egli vide molti diavoli aggirarsi in mezzo ai suoi giovani, i quali erano raccolti in Chiesa. Ad un giovane il demonio presentava un giocattolo, ad un altro un libro, ad un terzo qualche cosa da mangiare. Certi diavoletti se ne stavano sulle spalle di alcuni, non facendo altro che accarezzarli. Giunto il momento della Consacrazione, i demoni scapparono, tranne quelli che stavano sulle spalle di alcuni giovani.
Don Bosco così spiegò la visione: «La scena rappresenta le varie distrazioni cui, per suggestione del demonio, vanno soggette le persone che stanno in Chiesa. Quelli che avevano il demonio sulle spalle, sono coloro che stanno nel grave peccato; appartengono a Satana, ricevono le sue carezze e non sono capaci di pregare. La fuga dei demoni alla Consacrazione insegna che gl'istanti dell'Elevazione sono terribili per il serpente infernale.»


Fioretto
Ascoltare qualche Santa Messa per riparare la trascuratezza di coloro che non vi assistono nella festa.


Giaculatoria
Gesù, Vittima Divina, ti offro al Padre per le mani di Maria, per me e per il mondo intero!


20° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


GESÙ EUCARISTICO
I pastori all'annuncio dell'Angelo ed i Magi all'invito della stella andarono alla grotta di Betlem. Vi trovarono la Vergine Maria, San Giuseppe ed il Bambino Gesù, avvolto in poveri panni. Di certo non si accontentarono di contemplare il Celeste Bambino, ma lo avranno accarezzato, baciato ed abbracciato.
Un sentimento di santa gelosia ci fa esclamare: «Fortunati pastori! Fortunati Magi!»
Noi però siamo più fortunati di loro, perché abbiamo Gesù Eucaristico a nostra completa disposizione. L'Eucaristia è mistero di fede, ma dolce realtà.
Gesù, amandoci d'amore infinito, dopo la sua morte volle restare vivo e vero in mezzo a noi nello stato eucaristico. È l'Emmanuele, cioè Iddio con noi… Lo possiamo visitare e contemplare sotto le Specie Eucaristiche, anzi possiamo nutrirci delle sue Carni Immacolate per mezzo della Santa Comunione. Cosa abbiamo da invidiare ai pastori ed ai Magi?
I Cristiani, detti all'acqua di rose, deboli nella fede e nelle altre virtù, solamente una volta all'anno, nella Pasqua, si accostano a Gesù Eucaristico. Anime più disposte al bene si comunicano più volte all'anno, nelle solennità ed anche mensilmente. C'è chi si comunica quotidianamente e considera perduto il giorno in cui non può ricevere Gesù. Sono numerose le schiere di tali anime; i devoti di Maria è bene che tendano a questa perfezione di vita eucaristica: Comunione quotidiana.
La Comunione dà gloria a Dio, è omaggio alla Regina del Cielo, è aumento di grazia, mezzo di perseveranza e pegno di gloriosa risurrezione. Anche quando non si sente il gusto sensibile o fervore esterno all'atto della Comunione, è bene comunicarsi lo stesso. Diceva Gesù a Santa Geltrude: «Quando, trascinato dalla veemenza del mio Cuore amoroso, io entro con la Comunione in un'anima che non ha peccato mortale, la ricolmo di bene, e tutti gli abitatori del Cielo, tutti quelli della terra e tutte le anime del Purgatorio, risentono nel medesimo istante qualche nuovo effetto della mia bontà. Il gusto sensibile è il minimo dei vantaggi che derivano dal Sacramento Eucaristico; il frutto principale è la grazia invisibile.»
Comunichiamoci dunque con frequenza, specialmente nei giorni sacri alla Madonna e tutti i sabati.
Facciamo di tutto per accostarci bene al Banchetto Eucaristico.
La Madonna si affliggeva a vedere Gesù Bambino, il Re dell'Eterna gloria, dimorante in una squallida grotta. Quanti cuori ricevono Gesù e sono più miseri ed indegni della grotta di Betlem! Che freddezza glaciale! Quanta scarsezza di buone opere!
Se vogliamo piacere di più a Gesù e Maria, comunichiamoci con frutto:
1. Prepariamoci fin dal giorno precedente, per portare a Gesù atti di carità, di ubbidienza... e piccoli sacrifici.
2. Prima di comunicarci, chiediamo perdono di tutte le piccole mancanze e promettiamo di evitarle, specialmente quelle in cui cadiamo più spesso.
3. Ravviviamo la fede, pensando che l'Ostia Consacrata è Gesù vivo e vero, palpitante d'amore.
4. Ricevuta la S. Comunione, pensiamo che il nostro corpo diviene un Tabernacolo e tanti Angeli ci stanno attorno.
5. Allontaniamo le distrazioni! Offriamo ogni S. Comunione per riparare il Cuore di Gesù ed il Cuore Immacolato di Maria. Preghiamo per i nemici, per i peccatori, per i moribondi, per le anime del Purgatorio e per le persone consacrate.
6. Promettiamo a Gesù di compiere qualche opera buona o di fuggire qualche occasione pericolosa.
7. - Non usciamo dalla Chiesa, se non passa circa un quarto d'ora.
8. Chi ci avvicina lungo il giorno, deve accorgersi che ci siamo comunicati e dimostriamolo con la dolcezza ed il buon esempio.
9. Lungo il giorno ripetiamo: Gesù, ti ringrazio che oggi sei venuto nel mio cuore! -

ESEMPIO
È doveroso riparare i sacrilegi e le profanazioni eucaristiche. L'Osservatore Romano, il 16-12-1954, pubblicò quanto segue: «Il settimanale di Montrèal Partie ha pubblicato una intervista con la Madre Superiora del Carmelo di Bui Chu, presente in Canada con le Consorelle. Tra l'altro la Superiora ha narrato un fatto straordinario, accaduto nel Carmelo stesso.
Un soldato comunista, entrò un giorno nel Carmelo, deciso a ispezionarlo da capo a fondo. Penetrando nella cappella, una Suora gli disse che quella era la casa di Dio da rispettarsi. «Dov'è il vostro Dio?» - domandò il militare - Là, disse la Suora, e indicò il Tabernacolo. Piazzandosi al centro della Chiesa, il soldato impugnò il suo fucile, prese la mira e tirò. Una pallottola perforò il Tabernacolo, spezzando la Pisside e disperdendo le Particole: L'uomo restò sempre immobile col fucile spianato, senza più fare un movimento, con gli occhi fissi, rigido, pietrificato. Una paralisi improvvisa lo aveva reso un blocco inanimato, che al primo urto cadde disteso sul pavimento, davanti all'Altare così ignobilmente profanato».


Fioretto
Fare durante il giorno molte Comunioni Spirituali.


Giaculatoria
Sia lodato e ringraziato ogni momento,
il Santissimo e Divinissimo Sacramento!


21° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


L'ADDOLORATA
Sul Calvario, mentre si compiva il grande sacrificio di Gesù, si potevano contemplare due vittime: il Figlio, che sacrificava il corpo con la morte, e la Madre Maria, che sacrificava l'anima con la compassione. Il Cuore della Vergine era il riflesso dei dolori di Gesù.
Generalmente la madre sente le sofferenze dei figli più delle proprie. Quanto dovette soffrire la Madonna a vedere morire Gesù in Croce! Dice San Bonaventura che tutte quelle piaghe che erano sparse sul corpo di Gesù, erano nello stesso tempo tutte unite nel Cuore di Maria. Più si ama una persona e più si soffre nel vederla soffrire. L'amore che la Vergine nutriva per Gesù era smisurato; lo amava di amore soprannaturale come suo Dio e di amore naturale come suo Figlio, ed avendo un Cuore delicatissimo, soffrì tanto da meritare il titolo di Addolorata e di Regina dei Martiri.
Il profeta Geremia, tanti secoli prima, la contemplò in visione ai piedi del Cristo morente e disse: «A che ti paragonerò o a chi ti somiglierò, figlia di Gerusalemme?... La tua amarezza infatti è grande come il mare. Chi ti potrà consolare?» (Geremia, Lam. II, 13). E lo stesso profeta pone in bocca alla Vergine Addolorata queste parole: «O voi tutti che passate per la via, fermatevi e vedete se c'è dolore simile al mio!» (Geremia, I, 12).
Dice Sant'Alberto Magno: «Come noi siamo obbligati a Gesù per la sua Passione sofferta per nostro amore, così pure siamo obbligati a Maria per il martirio che ebbe nella morte di Gesù per la nostra eterna salute.»
La nostra riconoscenza verso la Madonna sia almeno questa: meditare e compatire i suoi dolori.
Gesù rivelò alla Beata Veronica da Binasco che molto si compiace nel vedere compatita sua Madre, perché gli sono care le lacrime che Ella sparse sul Calvario.
La stessa Vergine si dolse con Santa Brigida che sono molto pochi coloro che la compatiscono e la maggior parte dimentica i suoi dolori; onde le raccomandò tanto di aver memoria delle sue pene.
La Chiesa per onorare l'Addolorata ha istituito una festa liturgica, che ricorre il quindici settembre.
Privatamente è bene ricordare tutti i giorni i dolori della Madonna. Quanti devoti di Maria recitano ogni giorno la corona dell'Addolorata! Questa corona ha sette poste ed ognuna di queste ha sette grani. Che si allarghi sempre più la cerchia di coloro che onorano la Vergine Dolente!
E’ una buona pratica la recita quotidiana della preghiera dei Sette Dolori, che si trova in tanti libri di devozione, ad esempio, nelle «Massime Eterne».
Nelle «Glorie di Maria» Sant'Alfonso scrive: Fu rivelato a Santa Elisabetta Regina che San Giovanni Evangelista desiderava vedere la Beata Vergine dopo essere stata assunta in Cielo. Ebbe la grazia e gli apparvero la Madonna e Gesù; in tale occasione intese che Maria domandò al Figlio qualche grazia speciale per i devoti dei suoi dolori. Gesù promise quattro grazie principali:
1. Chi invoca la Divina Madre per i suoi dolori, prima della morte meriterà di fare vera penitenza di tutti i suoi peccati.
2. Gesù custodirà questi devoti nelle loro tribolazioni, specialmente al momento della morte.
3. Imprimerà loro la memoria della sua Passione, con grande premio in Cielo.
4. Gesù porrà questi devoti in mano di Maria, affinché Ella ne disponga a suo piacere e ottenga loro tutte le grazie che vuole.

ESEMPIO
Un ricco signore, abbandonata la via del bene, si diede completamente al vizio. Accecato dalle passioni, fece espressamente un patto con il demonio, promettendo di dargli l'anima dopo la morte. Dopo settant'anni di vita di peccato giunse al punto della morte.
Gesù, volendo usargli misericordia, disse a S. Brigida: «Va' a dire al tuo Confessore che corra al letto di questo moribondo; lo esorti a confessarsi!» Il Sacerdote andò per tre volte e non riuscì a convertirlo. Infine manifestò il segreto: «Non sono venuto da voi spontaneamente; Gesù stesso mi ha mandato per mezzo di una santa Suora e vuole accordarvi il suo perdono. Non resistete più alla grazia di Dio!»
L'infermo, sentendo ciò, s'intenerì e ruppe in pianto; poi esclamò: «Come posso essere perdonato dopo avere servito il demonio per settant'anni? I miei peccati sono gravissimi ed innumerevoli!» Il Sacerdote lo rassicurò, lo dispose alla Confessione, lo assolvette e gli diede il Viatico. Dopo sei giorni quel ricco signore moriva.
Gesù, apparendo a S. Brigida, così le parlò: «Quel peccatore è salvo; ora è in Purgatorio. Ha avuta la grazia della conversione per intercessione della mia Vergine Madre, perché, sebbene vivesse nel vizio, tuttavia conservava la devozione ai suoi dolori; quando ricordava le sofferenze dell'Addolorata, se ne immedesimava e la compiangeva.»


Fioretto
Fare sette piccoli sacrifici ad onore dei sette dolori della Madonna.


Giaculatoria
Regina dei Martiri,
prega per noi.


22° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


Primo dolore:
LA PROFEZIA DI SIMEONE

Affinché la devozione ai dolori di Maria si radichi nel nostro cuore, consideriamo una ad una le spade che trafissero il Cuore Immacolato della Vergine.
I Profeti avevano descritta la vita di Gesù in tutti i particolari, specialmente la Passione. La Madonna, che conosceva le profezie, accettando di divenire Madre dell'Uomo dei dolori, sapeva bene a quante sofferenze sarebbe andata incontro.
È cosa provvidenziale non conoscere le croci che Dio ci riserva nel corso della vita; la nostra debolezza è tale che resterebbe schiacciata al pensiero di tutte le tribolazioni future. Maria Santissima, affinché soffrisse e meritasse di più, ebbe una conoscenza dettagliata delle pene di Gesù, che sarebbero state anche sue pene. Per tutta la vita portò in pace nel cuore la sua amarezza amarissima.
Presentando Gesù Bambino al Tempio, sentì dirsi dal vecchio Simeone: «Questo Bambino è posto in segno di contraddizione... Ed una spada trapasserà la tua stessa anima» (S. Luca, II, 34).
E davvero, il cuore della Vergine sentì sempre la trafittura di questa spada. Amava senza limiti Gesù e si doleva che un giorno sarebbe stato perseguitato, chiamato bestemmiatore ed indemoniato, sarebbe stato condannato innocentemente e poi ucciso. Dal suo Cuore materno non si allontanava tale visione dolorosa e poteva dire: «Il mio diletto Gesù è per me un mazzetto di mirra!»
Scrive il Padre Engelgrave essere stata rivelata a Santa Brigida questa sofferenza. La Vergine disse: «Nutrendo il mio Gesù, io pensavo al fiele e all'aceto che i nemici gli avrebbero dato sul Calvario; rivolgendolo nelle fasce, il mio pensiero andava alle corde con le quali sarebbe stato legato come un malfattore; quando lo contemplavo addormentato, me lo figuravo morto; quando miravo quelle sue sacre mani ed i piedi, pensavo ai chiodi che l'avrebbero trafitto ed allora i miei occhi si riempivano di lacrime ed il mio Cuore era straziato dal dolore.»
Anche noi abbiamo ed avremo nella vita la nostra tribolazione; non sarà la spada acuta della Madonna, ma certo per ogni anima la propria croce è sempre pesante. Imitiamo nella sofferenza la Vergine e portiamo in pace la nostra amarezza.
A che giova dirsi devoti della Madonna, se nel dolore non ci si sforza a rassegnarsi ai voleri di Dio? Non si dica mai quando si soffre: «Questa sofferenza è troppa; supera le mie forze!» Il dire così è una mancanza di fiducia in Dio ed un affronto alla sua bontà e sapienza infinita.
Gli uomini conoscono i pesi che i loro giumenti possono portare e non danno ad essi un peso più forte, per non aggravarli. Il vasaio sa quanto tempo la sua creta deve rimanere nel forno, per essere cotta al grado di calore che la renda pronta agli usi; non ve la lascia né più né meno.
Bisogna non aver riflettuto mai per osare dire che Dio, Sapienza infinita e che ama di amore infinito, possa caricare le spalle delle sue creature di un fardello troppo pesante e possa lasciare più a lungo di quanto occorra nel fuoco della tribolazione.

ESEMPIO
Nelle Lettere Annuali della Compagnia di Gesù si legge un episodio avvenuto ad un giovane indiano. Questi aveva abbracciata la Fede Cattolica e viveva da buon cristiano. Un giorno fu preso da forte tentazione; non pregò, non rifletté al male che stava per compiere; la passione lo aveva accecato.
Decise di uscire da casa per commettere un peccato. Mentre si avviava all'uscio, udì queste parole: «Fermati!... Dove vai?»
Si voltò e vide un prodigio: l'immagine della Vergine Addolorata, che era alla parete, si animò. La Madonna staccò dal suo petto la piccola spada e riprese a dire: «Su, prendi questa spada e ferisci me, anziché il Figlio mio, col peccato che vuoi commettere!»
Il giovane, tremante, si prostrò a terra e con vera contrizione chiese perdono, piangendo dirottamente.


Fioretto
Non sprecare le sofferenze, specialmente le piccole, perché offerte a Dio per le anime, sono preziosissime.



Giaculatoria
O Maria, per la tua fortezza nel dolore,
aiutaci nelle pene della vita!



23° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


Secondo dolore:
LA FUGA IN EGITTO
I Magi, avvisati dall'Angelo, ritornarono alla propria patria, non ripassando da Erode. Questi, irato per essere stato deluso e temendo che il nato Messia un giorno gli avrebbe tolto il trono, stabilì di uccidere tutti i bambini di Betlem e dei dintorni, dai due anni in giù, nella stolta speranza di coinvolgere nella strage anche Gesù.
Ma l'Angelo del Signore apparve nel sonno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò. Infatti manca poco che Erode cerchi il Bambino per ucciderlo.» Giuseppe si alzò, prese il Bambino e la Madre sua di nottetempo e si recò in Egitto; quivi rimase sino alla morte di Erode, affinché si adempisse quanto era stato detto dal Signore per mezzo del Profeta: «Ho chiamato dall'Egitto il mio Figliuolo» (San Matteo, II, 13).
In questo episodio della vita di Gesù consideriamo il dolore provato dalla Madonna. Quale angoscia per una madre il sapere che il proprio figlio è cercato a morte, senza motivo, da un uomo forte e prepotente! Deve fuggire subito, di notte, nella stagione invernale, per recarsi in Egitto, circa 400 miglia distante! Abbracciare i disagi di un lungo viaggio, per le vie incomode ed attraverso il deserto! Andare ad abitare, priva di mezzi, in paese sconosciuto, ignara della lingua e senza conforto dei parenti!
La Madonna non disse parola di lamento, né contro Erode, né verso la Provvidenza che tutto disponeva. Avrà richiamato alla mente la parola, di Simeone: «Una spada trapasserà la tua stessa anima!»
È provvidenziale ed umano l'ambientarsi. Dopo parecchi anni di dimora in Egitto, la Madonna, Gesù e San Giuseppe si erano acclimatati. Ma l'Angelo ordinò di ritornare in Palestina. Senza addurre pretesti, Maria riprese il viaggio del ritorno, adorando i disegni di Dio.
Quale lezione devono apprendere i devoti di Maria!
La vita è un intreccio di contrattempi e di disillusioni. Senza la luce della fede, potrebbe avere il sopravvento lo scoraggiamento. È necessario mirare gli avvenimenti sociali, familiari ed individuali, con gli occhiali celesti, cioè vedere in ogni cosa il lavoro della Provvidenza, che tutto dispone per il maggior bene delle creature. I disegni di Dio non si possono scrutare, ma con l'andar del tempo, se si riflette, ci si convince della bontà di Dio nell'aver permessa quella croce, quell'umiliazione, quella incomprensione, nell'avere impedito quel passo e nell'averci posto in circostanze impreviste.
In ogni contrarietà procuriamo di non perdere la pazienza e la fiducia in Dio e in Maria Santissima. Uniformiamoci ai voleri di Dio, dicendo umilmente: «Signore, sia fatta la tua volontà!»

ESEMPIO
Si narra nelle Cronache Francescane che due Religiosi dell'Ordine, amanti della Madonna, si misero in viaggio per visitare un santuario. Pieni di fede, avevano fatto molto cammino ed infine s'inoltrarono in un fitto bosco. Speravano poterlo presto attraversare, ma non vi riuscirono, essendo venuta la notte. Presi da sgomento, si raccomandarono a Dio e alla Madonna; compresero che la volontà divina permetteva quel contrattempo.
Ma la Vergine Santissima veglia sui suoi figliuoli tribolati e viene a soccorrerli; meritarono questo soccorso quei due Frati, che si trovavano nell'imbarazzo.
I due sperduti camminando ancora, s'imbatterono in una casa; s'accorsero ch'era una nobile abitazione. Chiesero ospitalità per la notte.
I due servitori, che aprirono l'uscio, accompagnarono i Frati dalla padrona. La nobile matrona chiese: - Come vi trovate in questo bosco? - Siamo in pellegrinaggio ad un santuario della Madonna; ci siamo per caso sperduti. - Dato che è così, passerete la notte in questo palazzo; domani, quando partirete, vi darò una lettera che potrà giovarvi. -
Il mattino seguente, ricevuta la lettera, i Frati ripresero il cammino. Allontanatisi un po' dall'abitazione, osservarono la lettera e si meravigliarono a non vedervi l'indirizzo; nel frattempo, guardando all'intorno, si accorsero che l'abitazione della matrona non c'era più; era sparita ed al suo posto c'erano gli alberi. Aperta la lettera, vi trovarono un foglio, firmato dalla Madonna. Lo scritto diceva: - Colei che vi ha ospitato è la vostra Madre Celeste. Ho voluto ricompensarvi del vostro sacrificio, perché vi siete messi in viaggio per amor mio. Continuate a servirmi e ad amarmi. Vi aiuterò in vita ed in morte. -
Dopo questo fatto, si può immaginare con quanto ardore quei due Frati onorassero la Madonna per tutta la vita.
Iddio permise quello smarrimento nel bosco, affinché quei due potessero provare la bontà e la delicatezza della Madonna.


Fioretto
Nelle contrarietà frenare l'impazienza, moderando specialmente la lingua.


Giaculatoria
Signore, sia fatta la tua volontà!


24° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


Terzo dolore:
SMARRIMENTO DI GESÙ
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. (Lc II, 42).
Il dolore che provò la Madonna nello smarrimento di Gesù, fu tra i più acerbi della sua vita. Più prezioso è il tesoro che si perde, più dolore si ha. E quale tesoro più prezioso per una madre che il proprio figlio? Il dolore è in rapporto all'amore; quindi Maria, che viveva solo dell'amore di Gesù, dovette sentire in modo straordinario la puntura della spada nel suo cuore.
La Madonna in tutte le pene conservò il silenzio; mai una parola di lamento. Ma in questo dolore esclamò: «Figlio, perché ci hai fatto questo?». Di certo non intendeva rimproverare Gesù, ma fare un'amorosa rimostranza, non conoscendo lo scopo di quanto era avvenuto.
Ciò che soffrì la Vergine in quei tre lunghi giorni di ricerca, non possiamo comprenderlo appieno. Nelle altre pene aveva la presenza di Gesù; nello smarrimento mancava tale presenza. Dice Origène che forse il dolore di Maria fu intensificato da questo pensiero: «Che Gesù si sia smarrito per colpa mia?» Non c'è maggior pena per un'anima amante che il timore d'avere disgustata la persona amata.
Il Signore ci ha dato la Madonna come modello di perfezione e ha voluto che soffrisse, e moltissimo, per farci comprendere che la sofferenza è necessaria ed apportatrice di beni spirituali, la pazienza è indispensabile per seguire Gesù che porta la Croce.
L'angoscia di Maria ci dà degli insegnamenti per la vita spirituale. Gesù ha una moltitudine di anime che lo amano davvero, servendolo con fedeltà e non desiderando altro che fargli piacere. Di tanto in tanto Gesù si nasconde a loro, cioè non fa sentire la sua presenza e le lascia nell'aridità spirituale. Spesso queste anime si turbano, non sentendo fervore iniziale; credono che le preghiere recitate senza gusto non siano gradite a Dio; pensano che sia un male il fare il bene senza slancio, anzi con ripugnanza; in balia delle tentazioni, ma sempre con la forza di resistere, temono di non piacere più a Gesù.
Si sbagliano! Gesù permette l'aridità anche alle anime più elette, affinché si distacchino dai gusti sensibili e soffrano molto. Davvero l'aridità è per le anime amanti una dura prova, spesso un'angosciosa agonia, pallidissima immagine di quella provata dalla Madonna nello smarrire Gesù.
A chi è tribolato in questo modo, si raccomanda: la pazienza, aspettando l'ora della luce; la costanza, non tralasciando alcuna preghiera od opera buona, superando la noia o l'abbattimento; dire spesso: «Gesù, ti offro la mia angoscia, in unione a quella che tu provasti nel Getsemani e che la Madonna provò nel tuo smarrimento!»

ESEMPIO
Il Padre Engelgrave racconta che una povera anima era angosciata perché afflitta nello spirito; per quanto bene facesse, credeva di non piacere a Dio, anzi di disgustarlo.
Era devota della Madonna Addolorata; pensava spesso a Lei nelle sue pene e ne riceveva conforto contemplandola nei suoi dolori.
Ammalatasi gravemente, il demonio approfittò per tormentarla ancor di più con i soliti timori. La Madre pietosa venne in aiuto della sua devota e le apparve per assicurarla che non dispiaceva a Dio il suo stato spirituale. Così le disse: «Perché temi i giudizi di Dio e ti rattristi? Tu tante volte mi hai consolata, compatendo i miei dolori! Sappi che è proprio Gesù che mi manda a te per darti sollievo. Consolati e vieni con me in Paradiso!»
Piena di confidenza, quell'anima devota dell'Addolorata, spirò.


Fioretto
Non pensare male del prossimo, non mormorare e compatire chi sbaglia.


Giaculatoria
O Maria, per le lacrime versate sul Calvario,
consola le anime tribolate!


25° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


Quarto dolore:
INCONTRO CON GESÙ
Gesù prediceva agli Apostoli i dolori che l'attendevano nella Passione, per disporli alla grande prova: «Ecco, ascendiamo a Gerusalemme ed il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai principi dei Sacerdoti e degli Scribi e lo condanneranno a morte. E lo daranno in mano ai gentili per essere deriso, flagellato e crocifisso, ed il terzo giorno risorgerà» (Mt 20,18).
Se Gesù disse questo più volte agli Apostoli, di certo lo disse anche alla Madre sua, alla quale nulla nascondeva. Maria Santissima conosceva attraverso le Sacre Scritture quale sarebbe stata la fine del suo Divin Figlio; ma sentendo la storia della Passione dalle labbra stesse di Gesù, il suo Cuore sanguinava.
Rivelò la Beata Vergine a Santa Brigida, che quando si avvicinava il tempo della Passione di Gesù, i suoi occhi materni stavano sempre pieni di lacrime ed un sudore freddo le scorreva per le membra, prevedendo quel vicino spettacolo di sangue.
Quando cominciò la Passione, la Madonna era a Gerusalemme. Non assistette alla cattura nell'orto del Getsemani e neppure alle scene umilianti del Sinedrio. Tutto questo era avvenuto di notte. Ma fatto giorno, quando Gesù fu condotto da Pilato, la Madonna poté essere presente ed ebbe sotto il suo sguardo Gesù flagellato a sangue, vestito da pazzo, coronato di spine, sputato, schiaffeggiato e bestemmiato, ed infine ascoltò la sentenza di morte. Quale madre avrebbe potuto resistere a tanto strazio? La Madonna non morì per la fortezza straordinaria di cui era dotata e perché Dio la riservava a maggiori dolori sul Calvario.
Quando il doloroso corteo si mosse dal Pretorio per andare al Calvario, Maria, accompagnata da San Giovanni, vi andò ed attraversando una strada più breve, si fermò per incontrarsi con l'afflitto Gesù, che di lì sarebbe passato.
Era conosciuta dai Giudei e chi sa quante parole ingiuriose abbia udito contro il Divin Figlio e contro di Lei!
Secondo l'uso del tempo, il passaggio del condannato a morte era annunziato da un mesto suono di tromba; precedevano quelli che portavano gli strumenti della crocifissione. La Madonna con lo schianto nel Cuore udiva, osservava e piangeva. Quale non fu il suo dolore quando vide passare Gesù carico della croce! Il volto insanguinato, la testa ricoperta di spine, il passo vacillante! - Le ferite e le lividure lo facevano sembrare un lebbroso, quasi da non riconoscersi - (Isaia, LITI). Dice Sant'Anselmo che Maria avrebbe voluto abbracciare Gesù, ma non le fu concesso; si accontentò di guardarlo. Gli occhi della Madre s'incontrarono con quelli del Figlio; non una parola. Che cosa sarà passato in quell'istante tra il Cuore di Gesù ed il Cuore della Madonna? Non può esprimersi. Sentimenti di tenerezza, di compassione, d'incoraggiamento; visione dei peccati dell'umanità da riparare, adorazione della volontà del Divin Padre!
Gesù continuò la via con la croce sulle spalle e Maria lo seguiva con la croce nel Cuore, diretti tutti e due al Calvario per immolarsi per il bene dell'umanità ingrata.
«Chi vuol venire dietro a me, aveva detto un giorno Gesù, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua!» (San Matteo, XVI, 24). Anche a noi ripete le stesse parole! Prendiamo la croce che Dio ci assegna nella vita: o povertà, o malattia, o incomprensione; portiamola con merito e seguiamo Gesù con gli stessi sentimenti con cui lo seguiva la Madonna nella via dolorosa. Dopo la croce c'è la gloriosa risurrezione; dopo il patire di questa vita c'è il gaudio eterno.

ESEMPIO
Nel dolore si aprono gli occhi, si vede la luce, si guarda al Cielo. Un militare, dedito ad ogni sorta di piaceri, non pensava a Dio. Sentiva il vuoto nel cuore e cercava di riempirlo con gli svaghi che gli permetteva la vita militare. Così continuò finché gli sopraggiunse una grande croce.
Preso dai nemici fu chiuso in una torre. Nella solitudine, nella privazione dei piaceri, rientrò in se stesso e si accorse che la vita non è un giardino di rose, ma un intreccio di spine, con qualche rosa. Gli tornarono alla mente i buoni ricordi dell'infanzia e cominciò a meditare la Passione di Gesù ed i dolori della Madonna. La luce divina rischiarò quella mente ottenebrata.
Il giovane ebbe la visione delle sue colpe, avvertì la sua debolezza per troncare ogni peccato ed allora ricorse per aiuto alla Vergine. La forza gli venne; non solo poté evitare il peccato, ma si diede ad una vita di densa preghiera e di aspra penitenza. Gesù e la Madonna rimasero così lieti di questo cambiamento che confortarono il loro figliuolo con delle apparizioni ed una volta gli fecero vedere il Paradiso ed il posto che gli era preparato.
Quando fu liberato dalla prigionia, abbandonò la vita del mondo, si consacrò a Dio e divenne fondatore di un Ordine Religioso, detto dei Padri Somaschi. Morì santamente ed oggi la Chiesa lo venera sugli Altari, San Girolamo Emiliani.
Se non avesse avuto la croce della prigionia, forse quel militare non si sarebbe santificato.


Fioretto
Non essere di peso ad alcuno e sopportare pazientemente le persone moleste.


Giaculatoria
Benedici, o Maria, coloro che mi danno occasione di soffrire!


26° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


Quinto dolore:
MORTE DI GESÙ
Ad assistere alla morte di qualcuno, anche estraneo, si provano sentimenti dolorosi. E che cosa prova una madre quando è presso il letto del figlio moribondo? Vorrebbe poter lenire tutte le pene dell'agonia e darebbe la vita per procurare dei conforti al figlio morente.
Contempliamo la Madonna ai piedi della Croce, ove agonizzava Gesù! La pietosa Madre aveva assistito alla barbara scena della crocifissione; aveva mirato i soldati che toglievano la veste a Gesù; aveva visto il vaso di fiele e di mirra avvicinarsi alle sue labbra; aveva visto penetrare i chiodi nelle mani e nei piedi del suo diletto; ed eccola ora ai piedi della Croce ed assistere alle ultime ore di agonia!
Un figlio innocente che agonizza in un mare di tormenti... la Madre vicina e le viene proibito di dargli il minimo sollievo. La terribile arsura fece dire a Gesù: - Ho sete! - Chiunque corre a cercare un sorso d'acqua per un moribondo; alla Madonna fu vietato fare ciò. San Vincenzo Ferreri commentava: - Maria avrebbe potuto dire: "Non ho da darti che lacrime!" -
L'Addolorata teneva fisso lo sguardo sul Figlio pendente dalla Croce e ne seguiva i movimenti. Vedere le mani forate e sanguinanti, contemplare quei piedi del Figlio di Dio largamente piagati, osservare la stanchezza delle membra, senza poter minimamente aiutarlo. Oh che spada al Cuore della Madonna! E fra tanto dolore era costretta a sentire gli scherni e le bestemmie che soldati e Giudei lanciavano al Crocifisso. O Donna, grande è il tuo dolore! Acutissima è la spada che trapassa il tuo Cuore!
Gesù soffriva oltre ogni credere; la presenza della Madre sua, così immersa nel dolore, aumentava la pena del suo delicato Cuore. Si avvicina la fine. Esclamò Gesù: - Tutto è compiuto! - Un tremito pervase il suo corpo, abbassò il capo e spirò.
Maria se ne accorse; non disse parola, ma costernata all'estremo limite, unì il suo olocausto a quello del Figlio.
Consideriamo, anime pietose, il perché delle sofferenze di Gesù e di Maria: la Divina Giustizia, oltraggiata dal peccato, da riparare.
Solo il peccato fu la causa di tanti dolori. O peccatori, che con tanta facilità commettete la grave colpa, ricordate il male che fate col calpestare la legge di Dio! Quell'odio che nutrite in cuore, quelle cattive soddisfazioni che accordate al corpo, quelle gravi ingiustizie che fate al prossimo... ritornano a crocifiggere nell'anima vostra il Figlio di Dio e trapassano, quale spada, il Cuore Immacolato di Maria!
Come puoi, o anima peccatrice, dopo aver commesso un peccato mortale, restare indifferente e scherzare e riposare come se nulla avessi fatto?... Piangi ai piedi della Croce le tue colpe; supplica la Vergine che lavi con le sue lacrime le tue impurità. Prometti, se viene Satana a tentarti, di richiamare alla mente lo strazio della Madonna sul calvario. Quando le passioni vorrebbero trascinarti al male, pensa: - Se cedo alla tentazione, sono figlio indegno di Maria e rendo inutili per me tutti i suoi dolori!... La morte, ma non peccati! -

ESEMPIO
Il Padre Roviglione della Compagnia di Gesù narra che un giovane aveva contratta la buona abitudine di visitare ogni giorno un'immagine di Maria Addolorata. Non si accontentava di pregare, ma contemplava con compunzione la Vergine, raffigurata con sette spade nel Cuore.
Avvenne che una notte, non resistendo agli assalti della passione, cadde in peccato mortale. Capì di aver fatto male e si riprometteva di andare in seguito a confessarsi.
L'indomani mattina, al solito, andò a visitare l'immagine dell'Addolorata. Con sua sorpresa vide che nel petto della Madonna erano conficcate otto spade.
- Come mai, pensò, questa novità? Sino a ieri le spade erano sette. - Udì allora una voce, che certamente veniva dalla Madonna: - Il grave peccato che questa notte hai commesso, ha aggiunto una nuova spada a questo Cuore di Madre. -
Il giovane s'intenerì, comprese il suo misero stato e senza perdere tempo andò a confessarsi. Per intercessione della Vergine Addolorata riacquistò l'amicizia di Dio.


Fioretto
Chiedere spesso perdono a Dio dei peccati, specialmente dei più gravi.


Giaculatoria
O Vergine Addolorata, offri a Gesù i miei peccati, che di cuore detesto!


27° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


Sesto dolore:
LANCIATA E DEPOSIZIONE
Gesù era morto, erano finite le sue sofferenze, ma non erano finite per la Madonna; ancora una spada doveva trafiggerla.
Affinché non fosse turbata la gioia del seguente sabato pasquale, i Giudei deponevano dalla croce i condannati; se ancora non erano morti, li uccidevano rompendo loro le ossa.
La morte di Gesù era certa; tuttavia uno dei soldati si avvicinò alla Croce, diede un colpo di lancia e aprì il costato al Redentore; ne uscì sangue ed acqua.
Questa lanciata fu per Gesù un oltraggio, per la Vergine un nuovo dolore. Se una madre vedesse infiggere un coltello nel petto del figlio morto, cosa proverebbe nell'animo?... La Madonna contemplò quell'atto spietato e sentì trapassare dalla stessa lancia il suo Cuore. Altre lacrime sgorgarono dai suoi occhi. Anime pietose s'interessarono per avere da Pilato il permesso di seppellire il corpo di Gesù. Con grande rispetto il Redentore fu deposto dalla Croce. La Madonna ebbe tra le braccia il corpo del Figlio. Seduta ai piedi della Croce, col Cuore spezzato dal dolore, contemplò quelle sacre membra insanguinate. Rivide nella mente il suo Gesù, tenero bambino vezzoso, quando lo copriva di baci; lo rivide grazioso adolescente, quando incantava con la sua attrattiva, essendo il più bello dei figli degli uomini; ed ora lo mirava esanime, in uno stato da far pietà. Guardò la corona di spine intrisa di sangue e quei chiodi, strumenti della Passione, e si fermò a contemplare le ferite!
Vergine Sacrosanta, tu hai dato al mondo il tuo Gesù per la salvezza degli uomini e guarda come ora gli uomini te lo rendono! Quelle mani che hanno benedetto e beneficato, l'ingratitudine umana le ha forate. Quei piedi che sono andati in giro per evangelizzare sono piagati! Quel volto, che gli Angeli mirano con devozione, gli uomini lo hanno ridotto irriconoscibile!
O devoti di Maria, perché non sia vana la considerazione del grande dolore della Vergine ai piedi della Croce, prendiamo qualche frutto pratico.
Quando i nostri occhi si posano sul Crocifisso o sull'immagine della Madonna, rientriamo in noi stessi e riflettiamo: Io con i miei peccati ho aperto le ferite nel corpo di Gesù ed ho fatto lacrimare e sanguinare il Cuore di Maria!
Mettiamo nella ferita del Costato di Gesù le nostre colpe, specialmente le più gravi. Il Cuore di Gesù è aperto, affinché tutti vi possano entrare; però vi si entra per mezzo di Maria. La preghiera della Vergine è efficacissima; tutti i peccatori possono goderne i frutti.
La Madonna implorò sul Calvario la divina misericordia per il buon ladrone e gli ottenne la grazia di andare quel giorno stesso in Paradiso.
Nessun'anima dubiti della bontà di Gesù e della Madonna, anche se fosse carica dei più enormi peccati.

ESEMPIO
Narra il Discepolo, valente scrittore sacro, che vi era un peccatore, il quale tra le altre colpe aveva anche quella di avere ucciso il padre e il fratello. Per sfuggire alla giustizia andava ramingo.
Un giorno di quaresima entrò in una Chiesa, mentre il predicatore parlava della misericordia di Dio. Il suo cuore si aprì alla fiducia, decise di confessarsi e, finita la predica, disse al predicatore: - Voglio confessarmi con voi! Ho dei delitti nell'anima! -
Il Sacerdote lo invitò ad andare a pregare all'Altare della Madonna Addolorata: - Domandate alla Vergine il vero dolore dei vostri peccati! -
Il peccatore, inginocchiato davanti all'immagine dell'Addolorata, pregò con fede e ricevette tanta luce, per cui capì la gravità delle sue colpe, le molte offese recate a Dio ed alla Madonna Addolorata e fu preso da tale dolore che morì ai piedi dell'Altare.
Il giorno seguente il Sacerdote predicatore raccomandò al popolo che si pregasse per l'infelice ch'era morto in Chiesa; mentre diceva ciò, apparve nel Tempio una bianca colomba, da cui si vide cadere una cartella davanti ai piedi del Sacerdote. Questi la prese e vi lesse: - L'anima del morto appena uscita dal corpo è andata in Paradiso. E tu continua a predicare l'infinita misericordia di Dio! -


Fioretto
Evitare i discorsi scandalosi e rimproverare chi osasse farli.


Giaculatoria
O Gesù, per la Piaga del tuo Costato,
pietà degli scandalosi!



28° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


Settimo dolore:
SEPOLTURA DI GESÙ
Giuseppe d'Arimatèa, nobile decurione, volle avere l'onore di dare la sepoltura al corpo di Gesù e diede un sepolcro nuovo, scavato nella viva pietra, poco distante dal posto ove il Signore era stato crocifisso. Comprò una sindone per avvolgervi le sacre membra.
Gesù morto fu trasportato con massimo rispetto alla sepoltura; si formò un mesto corteo: alcuni discepoli portavano il cadavere, le pie donne seguivano commosse e tra loro stava la Vergine Addolorata; anche gli Angeli invisibilmente facevano corona.
Il cadavere fu deposto nel sepolcro e, prima di essere avvolto nella sindone e legato con le bende, Maria diede l'ultimo sguardo al suo Gesù. Oh, come avrebbe voluto la Madonna restare sepolta col Divin Figlio, pur di non abbandonarlo!
Avanzava la sera ed era necessario lasciare il sepolcro. Dice San Bonaventura che Maria al ritorno passò da quel posto ov'era ancora innalzata la Croce; la riguardò con affetto e dolore e baciò quel Sangue del Divin Figlio, che la imporporava.
L'Addolorata ritornò a casa con Giovanni, l'Apostolo prediletto. Andava così afflitta e mesta questa povera Madre, dice San Bernardo, che per dove passava muoveva al pianto.
Straziante è la prima notte per una madre che perde il figlio; l'oscurità ed il silenzio portano alla riflessione ed al risveglio dei ricordi.
In quella notte, dice Sant'Alfonso, la Madonna non poteva riposare e le terrificanti scene della giornata le rivivevano nella mente. In tanta oppressione era sostenuta dall'uniformità ai voleri di Dio e dalla ferma speranza della vicina risurrezione.
Consideriamo che anche per noi verrà la morte; saremo messi in un sepolcro e lì attenderemo l'universale risurrezione. Il pensiero che il nostro corpo dovrà gloriosamente risorgere, ci sia di luce nella vita, di conforto nelle prove e ci sostenga in punto di morte.
Consideriamo inoltre che la Madonna, allontanandosi dal sepolcro, lasciò il Cuore sepolto con quello di Gesù. Anche noi seppelliamo il nostro cuore, con i suoi affetti, nel Cuore di Gesù. Vivere e morire in Gesù; essere seppelliti con Gesù, per risorgere con Lui.
Il sepolcro che conservò per tre giorni il Corpo di Gesù, è simbolo del nostro cuore che conserva Gesù vivo e vero con la Santa Comunione. Questo pensiero è richiamato nell'ultima stazione della Via Crucis, quando si dice: «O Gesù, fate che io vi possa ricevere degnamente nella Santa Comunione!»
Abbiamo meditato i sette dolori di Maria. Il ricordo di quello che soffrì la Madonna per noi, ci sia sempre presente.
La nostra Madre Celeste desidera che i figli non dimentichino le sue lacrime. Nel 1259 apparve a sette suoi devoti, che poi furono i fondatori della Congregazione dei Servi di Maria; presentò loro una veste di colore nero, dicendo che se volevano farle piacere, meditassero spesso i suoi dolori e in memoria di essi portassero come abito quella veste nera.
O Vergine Addolorata, imprimete nel nostro cuore e nella nostra mente la memoria della Passione di Gesù e dei vostri dolori!

ESEMPIO
Il periodo della gioventù è assai pericoloso per la purezza; se non si domina il cuore, può giungersi sino all'aberrazione nella via del male.
Un giovane di Perugia, ardendo di amore illecito e non riuscendo nel suo pessimo intento, invocò il demonio per essere aiutato. Il nemico infernale si presentò in forma sensibile.
- Io ti prometto di darti l'anima mia, se tu mi aiuterai a commettere un peccato! - Sei disposto a scrivere la promessa? - Sì, e la firmerò col mio sangue! - L'infelice giovane riuscì a commettere il peccato. Subito dopo il demonio lo condusse vicino ad un pozzo; gli disse: - Mantieni ora la tua promessa! Gettati in questo pozzo; se non lo farai, ti porterò all'inferno in anima e corpo! -
Il giovane, credendo di non potere più liberarsi dalle mani del maligno, non avendo il coraggio di precipitarsi, soggiunse: - Dammi tu stesso la spinta; io non oso gettarmi! -
La Madonna venne in aiuto. Il giovane teneva al collo l'abitino dell'Addolorata; da tempo lo portava. Il demonio soggiunse: - Togli prima dal collo quell'abitino, altrimenti non posso darti la spinta! -
Il peccatore comprese a queste parole l'inferiorità di Satana davanti alla potenza della Vergine e gridando invocò l'Addolorata. Il demonio, arrabbiato a vedersi sfuggire la preda, protestò, cercò d'intimorire con minacce, ma alla fine partì sconfitto.
Il povero traviato, grato alla Madre Addolorata, andò a ringraziarla e, pentito dei suoi peccati, volle sospenderne anche un voto, espresso in un quadro al suo Altare nella Chiesa di S. Maria La Nuova, in Perugia.


Fioretto
Abituarsi a recitare ogni giorno sette Ave Maria, in onore dei sette Dolori della Madonna, aggiungendo:
Vergine Addolorata, prega per me!



Giaculatoria
O Dio, tu mi vedi. Oserò offenderti alla tua presenza?


29° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


MARIA REGINA
La Madonna è Regina. Suo Figlio Gesù, Creatore di ogni cosa, la ricolmò di tanta potenza e dolcezza da superare quella di tutte le creature.
La Vergine Maria è somigliante ad un fiore, dal quale le api possono suggere immensa dolcezza e, per quanta se ne tolga, sempre ne ha. La Madonna può ottenere a tutti grazie e favori e sempre ne abbonda. È intimamente unita a Gesù, oceano d'ogni bene, ed è costituita Dispensatrice universale dei divini tesori. È ricolma di grazie, per sé e per gli altri. Santa Elisabetta, quando ebbe l'onore di ricevere la visita della cugina Maria, all'udire la sua voce esclamò: «A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?» (Luca, 1, 43). La Madonna disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome.» (Luca, 1, 46-49).
La Vergine, ripiena di Spirito Santo, cantò nel Magnificat le lodi di Dio e contemporaneamente proclamò la sua grandezza al cospetto dell'umanità.
È grande Maria e tutti i titoli che la Chiesa le attribuisce le competono appieno.
In questi ultimi tempi il Papa ha istituito la festa della Regalità di Maria. Nella sua Bolla Pontificia Pio XII dice: «Maria fu preservata dalla corruzione del sepolcro e, vinta la morte come già il suo Figliuolo, fu innalzata anima e corpo alla gloria del cielo, dove risplende Regina alla destra del suo Figlio, Re immortale dei secoli. Vogliamo perciò esaltare questa sua regalità con legittimo orgoglio di figli e riconoscerla come dovuta alla somma eccellenza di tutto il suo essere, o dolcissima e vera Madre di Colui, che è Re per diritto proprio, per eredità e per conquista... Regna, o Maria, sulla Chiesa, che professa e festeggia il tuo soave dominio ed a te ricorre come a sicuro rifugio in mezzo alle calamità dei nostri tempi... Regna sulle intelligenze, affinché cerchino soltanto il vero; sulle volontà, affinché seguano il bene; sui cuori, affinché amino unicamente ciò che tu stessa ami» (Pio XII).
Inneggiamo dunque alla Vergine Santissima! Salve, o Regina! Ave, Sovrana degli Angeli! Rallegrati, o Regina dei cieli! Gloriosa Regina del mondo, intercedi per noi presso il Signore!

ESEMPIO
La Madonna è conosciuta Regina non solo dei fedeli, ma anche degli infedeli. Nelle Missioni, ove penetra la sua devozione, aumenta la luce del Vangelo e coloro che prima gemevano sotto la schiavitù di Satana, godono proclamarla loro Regina. Per farsi strada nei cuori degli infedeli, la Vergine opera di continuo dei prodigi, dimostrando la sua celeste sovranità.
Negli annali della Propagazione della Fede (N. 169) si legge il seguente fatto. Si era convertito un giovanotto cinese e, in segno della sua fede, aveva portato a casa una corona del Rosario ed una medaglietta della Madonna. La madre sua, attaccata al paganesimo, si arrabbiò del mutamento del figlio e lo trattava male.
Ma un giorno la donna si ammalò gravemente; le venne l'ispirazione di prendere la corona del figlio, che gli aveva tolta e nascosta, e se la pose al collo. Così si addormentò; riposò serenamente e quando si svegliò si sentì proprio guarita. Sapendo che una sua amica, pagana, era ammalata e correva il rischio di morire, andò a visitarla, le mise al collo la corona della Madonna e subito si operò la guarigione. Riconoscente, questa seconda guarita, s'istruì sulla Religione Cattolica e ricevette il Battesimo, mentre la prima non si risolveva a lasciare il paganesimo.
La comunità della Missione pregava per la conversione di questa donna e la Vergine trionfò; molto contribuirono le preghiere del figlio già convertito.
La povera ostinata ricadde gravemente inferma e tentò di guarire rimettendo al collo la corona del Rosario, però promettendo di ricevere il Battesimo se fosse guarita. Riebbe la perfetta salute e con gioia dei fedeli fu vista ricevere solennemente il Battesimo.
La sua conversione fu seguita da molte altre, nel nome santo della Madonna.


Fioretto
Fuggire la vanità nel parlare e nel vestire ed amare l'umiltà e la modestia.


Giaculatoria
O Dio, sono polvere e cenere! Come posso insuperbirmi?


30° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


POTENZA DI MARIA
Gesù Cristo è Dio e uomo; ha due nature, la divina e l'umana, unite in una sola Persona. In virtù di questa unione ipostatica, anche Maria è misteriosamente imparentata con la SS. Trinità: con Colui che solo è per essenza Maestà infinita, Re dei re e Signore dei signori, quale Figlia primogenita dell'Eterno Padre, Madre tenerissima del Figlio di Dio incarnato e Sposa prediletta dello Spirito Santo.
Gesù, Re dell'universo, riflette su sua Madre Maria la gloria e la maestà e l'impero della sua regalità.
Gesù è onnipotente per natura; Maria, non per natura ma per grazia, partecipa dell'onnipotenza del Figlio.
Il titolo «Virgo potens» (Vergine potente) esprime la potenza di Maria. È raffigurata con la corona sul capo e lo scettro in mano, che sono i simboli della sua sovranità. Quando la Madonna era su questa terra, diede saggio della sua potenza e precisamente nelle nozze di Cana. Gesù era all'inizio della vita pubblica, non aveva ancora operato alcun miracolo e non intendeva farne, non essendo ancora giunta l'ora. Maria espose il suo desiderio e Gesù si alzò da tavola, ordinò ai servi che riempissero di acqua i recipienti e subito avvenne il miracolo del cambiamento dell'acqua in vino prelibato.
Ora che la Madonna si trova nello stato di gloria, in Cielo, esercita la sua potenza in più larga scala. Tutti i tesori di grazia che Iddio elargisce, passano per le sue mani e, tanto la Corte Celeste quanto l'umanità, dopo che a Dio, inneggiano alla Regina del Cielo.
Volere ottenere grazie dal Signore e non rivolgersi alla Dispensatrice dei doni di Dio, è come se si volesse volare senza ali.
In tutti i tempi l'umanità ha sperimentato la potenza della Madre del Redentore e nessun credente si rifiuta di ricorrere a Maria nei bisogni spirituali e temporali. Si moltiplicano i templi ed i santuari, si affollano i suoi Altari, s'implora e si piange davanti alla sua immagine, si sciolgono voti ed inni di ringraziamento: chi riacquista la sanità del corpo, chi rompe la catena dei peccati, chi raggiunge un alto grado di perfezione.
Davanti alla potenza della Madonna, trema l'Inferno, si riempie di speranza il Purgatorio, esulta ogni anima pia.
La giustizia di Dio, che è terribile nel punire la colpa, cede alle suppliche della Vergine e si piega a misericordia e, se i fulmini del furore divino non colpiscono i peccatori, è per la potenza amorosa di Maria che trattiene la mano del suo Divin Figlio.
Siano rese dunque grazie e benedizioni alla Regina del Cielo, nostra Madre e potente Mediatrice!
La protezione della Madonna si sperimenta specialmente con la recita del Rosario.

ESEMPIO
Il Padre Sebastiano Dal Campo, Gesuita, fu condotto schiavo in Africa dai Mori. Nelle sue sofferenze attingeva la forza dal Rosario. Con quanta fede invocava la Regina del Cielo!
La Madonna gradiva molto la preghiera del suo figlio prigioniero ed un giorno gli apparve per consolarlo, raccomandandogli d'interessarsi degli altri infelici prigionieri. - Anche loro, disse, sono miei figli! Vorrei che ti adoperassi ad istruirli nella fede. -
Il Sacerdote rispose: - Madre, conoscete che non vogliono saperne di Religione! - Non scoraggiarti! Se tu insegnerai loro a pregarmi con il Rosario, a poco a poco diverranno pieghevoli. Io stessa ti porterò le corone. Oh, come piace in Paradiso questa preghiera! -
Dopo questa così bella apparizione, Padre Sebastiano Dal Campo provò tanta gioia e forza, che crebbe ancor più quando la Madonna ritornò per consegnargli molte corone.
L'apostolato della recita del Rosario cambiò il cuore degli schiavi. Il Sacerdote fu ricompensato dalla Madonna con molti favori, uno dei quali fu questo: venne preso dalle mani della Vergine e miracolosamente messo in libertà, ricondotto tra i suoi Confratelli.


Fioretto
Recitare le preghiere del mattino e della sera ed invitare gli altri della famiglia a fare altrettanto.


Giaculatoria
Vergine potente,
sii la nostra Avvocata presso Gesù!



31° GIORNO

Ave Maria

Invocazione
Maria, Madre di misericordia,
prega per noi!


DIRITTI DI SOVRANITA'
La Madonna è Regina e come tale ha i diritti di sovranità; noi siamo suoi sudditi e dobbiamo tributarle ubbidienza ed onore.
L'ubbidienza che la Vergine vuole da noi è l'esatta osservanza della legge di Dio. Gesù e Maria hanno la stessa causa: la gloria di Dio e la salvezza delle anime; ma questo piano divino non si può attuare se non si compie la volontà del Signore, espressa nei dieci Comandamenti.
Alcuni punti del Decalogo si possono osservare con facilità; altri esigono dei sacrifici ed anche degli eroismi.
È un grande sacrificio la custodia continua del giglio della purezza, perché si esige il dominio del corpo, il cuore pulito da ogni affetto disordinato e la mente pronta ad allontanare le cattive immagini ed i desideri peccaminosi; è un grande sacrificio il perdonare generosamente le offese e il fare bene a chi fa del male. Tuttavia l'ubbidienza alla legge di Dio è anche un atto di ossequio alla Regina del Cielo.
Nessuno s'illuda! Non c'è devozione vera a Maria, se l'anima offende gravemente Dio e non sa decidersi a lasciare il peccato, specialmente l'impurità, l'odio e l'ingiustizia.
Ogni regina terrena è degna di onore da parte dei sudditi. La Regina del Paradiso merita ancor più. Riceve gli omaggi degli Angeli e dei Beati del Cielo, che la benedicono come il capolavoro della Divinità; deve essere anche onorata sulla terra, dove ha sofferto a fianco di Gesù, cooperando efficacemente alla Redenzione. Gli onori che le si rendono, sono sempre inferiori a quelli che merita.
Si rispetti il santo nome della Madonna! Non si pronunzi inutilmente; non si adoperi nei giuramenti; sentendolo bestemmiare, dire subito: «Sia benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre!»
Si onori l'immagine della Madonna, col salutarla e col rivolgerle contemporaneamente qualche invocazione.
Si saluti la Regina del Cielo almeno tre volte al giorno, con la recita dell'Angelus Domini, e s'invitino gli altri, specialmente i familiari a fare altrettanto. Chi non è in grado di recitare l'Angelus, supplisca con tre Ave Maria e tre Gloria Patri.
All'avvicinarsi delle feste solenni ad onore di Maria, si cooperi in qualunque modo affinché riescano bene.
Le regine di questo mondo hanno l'orario della corte, cioè in una data ora del giorno sono onorate dalla compagnia di personaggi illustri; le dame di corte sono orgogliose di stare presso la loro sovrana e di sollevarne l'animo.
Chi volesse tributare alla Regina del Cielo un ossequio particolare, non lasci trascorrere giorno senza fare un'ora di corte spirituale. In un'ora determinata, mettendo da parte le occupazioni e, se ciò non fosse possibile, anche lavorando, si sollevi con frequenza la mente alla Madonna, si preghi e si cantino le sue lodi, per ripagare gl'insulti che riceve da chi la bestemmia. Chi nutre amore filiale alla Celeste Sovrana, si impegna nel trovare altre anime che la onorino con l'ora di corte. Chi organizza questa pia pratica, ne gioisca, perché si pone sotto il manto della Vergine, anzi dentro il suo Cuore Immacolato.

ESEMPIO
Un bambino, precoce nell'intelligenza e nella virtù, cominciò a comprendere l'importanza della devozione a Maria e fece di tutto per onorarla e per farla onorare, considerandola la sua Madre e la sua Regina. All'età di dodici anni era abbastanza allenato a renderle omaggi. Si era fatto un programmino:
- Ogni giorno fare una mortificazione particolare ad onore della Mamma Celeste.
- Ogni giorno visitare la Madonna in Chiesa e pregare al suo Altare. Invitare altri a fare lo stesso.
- Ogni mercoledì ricevere la Santa Comunione, per rendere omaggio a Maria Santissima, affinché si convertano i peccatori.
- Ogni venerdì recitare la Corona dei sette dolori di Maria.
- Ogni sabato digiunare e ricevere la Comunione per ottenere la protezione della Madonna in vita e in morte.
- Appena svegliato, al mattino, volgere il primo pensiero a Gesù ed alla Divina Madre; andando a letto, alla sera, mettermi sotto il manto della Madonna, chiedendo la sua benedizione.
Il buon giovanetto, se scriveva a qualcuno, metteva un pensiero sulla Madonna; se cantava, sul suo labbro c'era soltanto qualche lode mariana; se raccontava dei fatti ai compagni o ai parenti, per lo più narrava grazie o miracoli operati per mezzo di Maria.
Trattava la Madonna da Madre e da Regina e ne fu ricambiato con tale abbondanza di favori, da raggiungere la santità. Moriva a quindici anni, visitato visibilmente dalla Vergine, che lo invitava ad andare in Cielo.
Il giovanetto di cui si parla è San Domenico Savio, il Santo dei ragazzi, il Santo più giovane della Chiesa Cattolica.


Fioretto
Ubbidire senza lamentarsi, per amore di Gesù e della Madonna anche nelle cose spiacevoli.


Giaculatoria
Ave Maria,
salva l'anima mia!


SALVIAMO I MORIBONDI!


Giaculatoria
Gesù, per la misericordia che hai usata al buon ladrone nell'ultima ora, abbi pietà dei peccatori ostinati sul letto di morte!

Gesù è respinto dal letto d'agonia di tanti sventurati moribondi. Lo respingono perché pensano di essere giusti e di non aver bisogno di Gesù. Pretendono di morire tranquilli e non consentono a Gesù di perdonarli e di dar loro il bacio di pace.
Tanti spirano senza guardare la Croce, senza benedire le Piaghe di Gesù e senza invocare quel Sangue Divino dal quale sono stati riscattati.
Quanti muoiono senza ricevere il Santo Viatico!
Quanti passano all'eternità e si presentano al Giudice Divino, dopo avergli negato in terra l'ultimo sguardo e l'ultimo palpito del loro cuore!
Supplicando Gesù per il perdono concesso al buon ladrone, i peccatori ostinati agonizzanti ricevono un aumento di grazia e potrebbero salvarsi nell'ultima ora.
La consolazione e le delicatezze dell'amore di Gesù si riversino su coloro che recitano la suddetta giaculatoria.

Battaglia e... sconfitta
Una persona è intenta a lavorare nella sua stanzetta. D'un tratto, ecco farsi avanti il demonio, in modo invisibile ma reale. Egli presenta alla fantasia delle scene di peccato; ma esse sono subito respinte. Fallito il primo colpo, il demonio tenta il secondo e più forte. Ripresenta le stesse immagini, ma a colori più vivi ed attraenti. L'anima dovrebbe subito ricorrere a Dio con umiltà, senza fermarsi a discutere con il maligno, ma disgraziatamente presume di se stessa e si ferma volontariamente a contemplare la tentazione.
Ottenuto ciò, il demonio va avanti e dice: - Perché, o anima, non metti in pratica quanto pensi? - Non posso; Dio me lo proibisce - Ma che male fai del resto? Non sei forse libera della tua volontà? Acconsenti dunque. - Temo che Iddio mi castighi! - E tu non sai che Dio è buono e compatisce la miseria umana? - È vero, ma so anche che Egli è giusto e terribile punitore della colpa! - Va bene; però di raro punisce la colpa! Del resto te ne confesserai! - E se mi mancasse il tempo? - Non sei di certo sul letto di morte! -
Durante questa lotta, la mente si è offuscata e la volontà, resa debole, cede infine alla tentazione.
La misera anima pensa d'aver trovata la felicità; dopo pochi istanti sente tutta l'amarezza del peccato; sa di essere sola nella stanza; eppure guarda attorno temendo di vedere qualcuno; ha paura di presentarsi ad altri, quasi il peccato le si potesse leggere in fronte; il rimorso le fa sentire la sua terribile voce. - Adamo, Adamo, che cosa hai fatto? - disse Dio al primo uomo dopo la colpa. Ed ora lo stesso rimprovero si ripete a te, o anima infelice che sei caduta in peccato!


Non ti scordar di me!
Madonnina mia,
non ti scordar di me, quando la via
di questa vita si fa aspra e dura!
Non ti scordar di me,
Vergine pura!
Nelle amarezze,
non mi negar materne tenerezze.

Vergine bella,
quando nell'alma infuria la procella,
se si fa sera,
Se mi circonda ovunque la bufera,
non ti scordar di me,
Madre del Cielo!
Ricoprimi col tuo vergineo velo!

Dolce Maria,
quando verserò nell'agonia,
non ti scordar di me!
Dal Paradiso
mi vieni a prender tu col tuo sorriso,
per ricondurmi in grembo al Creatore!
Non ti scordar di me, Madre d'amore!

Con approvazione Ecclesiastica
(Da «Affidiamoci a Maria»)


Per richiedere i libretti scrivere a:
OPERA CARITATIVA SALESIANA “DON GIUSEPPE TOMASELLI”
Viale Regina Margherita 27 - 98121 MESSINA - offerta libera - CCP. n. 12047981




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