Preghiera al Beato Francesco Zirano
(Ricorrenza: 25 gennaio)



Francesco Zirano nacque a Sassari nel 1564 da modesta famiglia di agricoltori.
A 16 anni emise la professione religiosa tra i Frati Minori Conventuali della sua città. Divenuto sacerdote nel 1586, si distinse per la carità fraterna.
Nel 1590 il cugino Francesco Serra, pure francescano e diacono, fu fatto schiavo dai corsari di Algeri. Risultati vani due tentativi di liberarlo – una prima volta da parte dei genitori scambiando la sua libertà con quella di un moro schiavo a Sassari, una seconda volta da parte dei Padri Mercedari – padre Zirano inizialmente chiese e ottenne dal Pontefice Clemente VIII di poter questuare tra i fedeli i soldi necessari al riscatto, poi di recarsi personalmente a redimerlo al pari di altri cristiani.
Nella facoltà di questua concessa dal papa il 19 marzo 1599, è palesato anche l’intento prettamente missionario del Beato: oltre al voler restituire la libertà al cugino sottraendolo a tutti quei maltrattamenti che “i barbari infedeli” sono soliti infliggere “a persone religiose”, come si espresse il primo biografo nel 1605, egli “ricerca ansiosamente la sua libertà perché non corra alcun pericolo per la fede”. Finita positivamente la faticosa questua per il riscatto, padre Zirano giunse in Africa il 28 luglio 1602.
Purtroppo si trovò in una situazione imprevista, sfavorevole ai riscatti: la nave spagnola l’aveva portato infatti a un porto del regno di Cuco, il cui re, Sid Amar, s’era accordato da poco col sovrano di Spagna Filippo III, per conquistare la città di Algeri, interessato l’uno a scuotere il pesante tributo dovuto ai turchi e l’altro a stroncare definitivamente la morsa dei corsari algerini nei mari e terre cristiane. Il tentativo di riscattare il cugino, messo in atto un mese dopo, recandosi ad Algeri, fallì per l’indisponibilità del governo della città alle normali operazioni di ‘redenzione’. Il Beato comunque, il 27 agosto, dai dintorni di Algeri portò liberi quattro schiavi cristiani al regno di Cuco.
Dal settembre a fine dicembre 1602, a causa della guerra effettivamente scoppiata, egli poté liberamente operare tra i cristiani e i rinnegati del regno di Cuco, data la situazione di pace decretata da Sid Amar per i cristiani. Coinvolto suo malgrado nella suddetta guerra, gli fu affidata la missione di annunciare al re di Spagna la notizia della vittoria riportata dal re Sid Amar. Il 1° gennaio 1603, mentre stava per imbarcarsi, il Beato fu tradito dai mori che l’accompagnavano e consegnato all’esercito di Algeri.
Fu incarcerato nel palazzo del pascià Solimàn, cristiano rinnegato nativo di Catania, che fissò per la sua liberazione una cifra favolosa (3000 ducati d’oro, eguale al prezzo di 17 schiavi). Ma i giannizzeri, veri protagonisti del Gran Consiglio della reggenza di Algeri, considerandolo una spia e perché aveva sottratto alla città quattro schiavi, ne fecero decretare la morte la mattina del 25 gennaio 1603. (www.causesanti.va/it/santi-e-beati/francesco-zirano.html)



“Sono cristiano e religioso del mio padre san Francesco, e come tale voglio morire; e supplico Dio che vi illumini così che abbiate a conoscerlo”


Preghiera
Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, vi ringrazio perché avete concesso al sacerdote religioso Francesco Zirano di rendere buona testimonianza di vita evangelica davanti agli uomini e di operare con zelo fino all'effusione del sangue per il riscatto e il conforto dei cristiani tratti in schiavitù.

Degnatevi di glorificare la sua eroica fedeltà al vostro regno di grazia e di carità, perché, onorata in virtù del ministero della Chiesa, essa giovi all’incremento della fede cristiana per la salvezza del mondo.

E concedete anche a me, per sua intercessione, di vivere sempre in piena conformità all’adorabile disegno del vostro amore.

Amen.


Gloria al Padre...