Conversione di San Paolo Apostolo
(Si festeggia il 25 gennaio)



Breve storia

La conversione di Paolo che siamo chiamati a celebrare e a vivere, esprime la potenza della grazia che sovrabbonda dove abbonda il peccato. La svolta decisiva della sua vita si compie sulla via di Damasco, dive egli scopre il mistero della passione di Cristo che si rinnova nelle sue membra. Egli stesso perseguitato per Cristo dirà: "Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa". Questa celebrazione, già presente in Italia nel sec. VIII, entrò nel calendario Romano sul finire del sec. X. Conclude in modo significativo la settimana dell'unità dei cristiani, ricordando che non c'è vero ecumenismo senza conversione (cfr Conc. Vat. II, Decreto sull'ecumenismo "Unitatis redintegratio", 7). (Mess. Rom.) Festa della Conversione di san Paolo Apostolo, al quale, mentre percorreva la via di Damasco spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, Gesù in persona si manifestò glorioso lungo la strada affinché, colmo di Spirito Santo, annunciasse il Vangelo della salvezza alle genti, patendo molto per il nome di Cristo.






Preghiera

Aiutaci, o san Paolo, a corrispondere ai disegni della misericordia di Dio su di noi; fa' che siamo soggiogati dalla dolcezza di Gesù.

Non udiamo la sua voce, la sua luce non colpisce i nostri occhi, ma leva il suo lamento perché troppo spesso lo perseguitiamo.

Ispira ai nostri cuori la tua preghiera: "Signore, che vuoi che io faccia?".

Ci risponderà di essere semplici e bambini come lui, di riconoscere il suo amore, di finirla con il peccato, di combattere le cattive inclinazioni, di progredire nella santità seguendo i suoi esempi.

Tu hai detto, o Apostolo: "Chi non ama nostro Signore Gesù Cristo sia anatema!". Faccelo conoscere sempre più, perché lo amiamo, e questi dolci misteri non diventino, per la nostra ingratitudine, la causa della nostra riprovazione.

Amen.






Inno alla Carità
Dalla lettera ai Corinzi

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi l’amore,
sono come un bronzo che risuona
o un cembalo che tintinna.

E se avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza,
e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne,
ma non avessi l’amore, non sarei nulla.

E se anche distribuissi tutte le mie sostanze
e dessi il mio corpo per esser bruciato,
ma non avessi l’amore, niente mi gioverebbe.

L’amore è paziente,
è benigno l’amore;
non è invidioso l’amore,
non si vanta,
non si gonfia,
non manca di rispetto,
non cerca il suo interesse,
non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell’ingiustizia,
ma si compiace della verità.

Tutto copre,
tutto crede,
tutto spera,
tutto sopporta.

L’amore non avrà mai fine.